I social network come Tik Tok Snapchat hanno in corso uno scontro con gli Stati degli USA per le leggi che hanno emanato sul loro utilizzo da parte dei minori. Le diverse amministrazioni, come riportato dal Financial Times, stanno infatti imponendo alle piattaforme di vietare l’accesso ai più piccoli attraverso la verifica dell’età oppure di chiedere il consenso ai genitori.



Le nuove norme, tuttavia, sono ritenute “frammentarie e mal redatte” dai network, che stanno avendo delle difficoltà ad attuare dei mezzi realmente funzionanti per raggiungere questi scopi. Un membro del team di una grande azienda tecnologica che è alla guida della gestione delle politiche legislative a livello statale ha descritto le proposte di cambiamento come “da incubo in quanto totalmente prive di senso, se non addirittura kafkiane. Essere in grado di prepararsi a questo con fiducia è un’impresa erculea”. L’entourage legale è all’opera per capire come comportarsi, ma il loro timore è che ci possano essere delle conseguenze indesiderate per gli utenti stessi.



Social network vs Usa su minori: i timori sull’utilizzo senza consenso dei genitori

Gli Stati degli USA, da parte loro, non sembrano essere intenzionati ad abbandonare la volontà di tutelare i minori sui social network, anche perché è stato dimostrato che un uso massiccio da parte di bambini e adolescenti sia collegato a una cattiva salute mentale. È per questo motivo che alcune amministrazioni hanno deciso di bandire piattaforme come Tik Tok Snapchat dal loro territorio. Altre hanno varato leggi molto restrittive.

Le norme dello Utah, ad esempio, impongono che le piattaforme verifichino l’età di tutti i residenti nello Stato e quindi ottengano il consenso dei genitori prima di consentire ai minori di 18 anni di aprire un account. Inoltre, non possono mostrare loro pubblicità o contenuti mirati. Vista la mancanza di specificità nella stesura dei provvedimenti, tuttavia, i vertici dei social network sono perplessi sulle modalità attraverso cui verificare l’età e raccogliere il consenso dei genitori, dato che se si trattasse di un semplice esercizio di check-box, ciò sarebbe facilmente aggirabile. I dubbi, insomma, restano ancora tanti.