“Società Civile” scende in campo in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Si tratta, nello specifico, di un gruppo di cittadini esponenti di quella società civile che è “la spina dorsale di questo Paese” e ogni giorno “affronta la sfida di creare valore e valori nelle fabbriche, nelle aziende agricole, nel terziario, nelle scuole, nelle università, nelle imprese sociali, nel volontariato e nella vita associativa”. I suoi rappresentanti si dicono consapevoli della rilevanza e dell’eccezionalità di questa fase storica, per questo vogliono essere protagonisti di questa stagione, rendendo chiare e manifeste le loro proposte e invitando le forze politiche a una competizione virtuosa.



La crisi e le settimane di campagna elettorale, spiega “Società Civile” “rischiano da una parte di alimentare odio, rabbia e conflitti partigiani tra i più militanti e dall’altra di spingere ai margini le persone ragionevoli e sensibili generando disaffezione e rassegnazione. Per questo sentiamo l’urgenza di promuovere un’alleanza trasversale e inclusiva per connettere movimenti sociali, esperienze civiche, energie imprenditoriali, risorse intellettuali e morali, i partiti riformisti nazionali e le migliori esperienze politiche locali. Occorre costruire qualcosa di più grande, che recuperi la fiducia, ormai perduta, dei cittadini. La politica deve essere pensata nelle forme del Terzo Millennio, abbandonando schemi e procedure novecentesche”.



“SOCIETÀ CIVILE” E L’AGENDA DEL BENE COMUNE: “PARTIRE DALLA SUSSIDIARIETÀ”

Da “Società Civile” fanno inoltre sapere che il 25 settembre “faremo la nostra parte il 25 settembre andando a votare e invitando tutti a farlo, senza ordini di scuderia e con libertà di coscienza, da persone libere quali siamo, non rinunciando a collaborare con chi, in modo credibile, riteniamo si avvicinerà di più all’idea di Paese per cui ci impegniamo ogni giorno”.

Per quanto riguarda le richieste alla classe politica, “Società Civile” ha redatto una vera e propria agenda del bene comune, che muove i suoi passi d’esordio dal principio della sussidiarietà, ossia “di riconnettersi con le energie della società civile, perché è questo il modo più fertile e generativo di fare politica. Le forze politiche che noi sosterremo saranno quelle in grado di riconoscere innanzitutto che la prima risorsa da valorizzare è dunque quella della persona e della sua espressività: la cittadinanza attiva è l’unica linfa che può dare forza e vitalità alla nostra democrazia. Affinché i cittadini non siano solo rancorosi leoni da tastiera ma si sentano protagonisti e costruttori delle comunità e del progresso civile dei territori la nuova classe politica eletta deve promuovere con convinzione e forza tutti quei processi di cittadinanza attiva e di mutualismo che oggi rendono vivo e vitale il Paese”.



“SOCIETÀ CIVILE”, TUTTE LE ALTRE RICHIESTE ALLA POLITICA

In campo meramente internazionale, “Società Civile” chiede al prossimo parlamento e governo un ancoraggio e un contributo attivo a quella politica europea che negli ultimi tempi “ci ha offerto lo scudo solidissimo di una Banca Centrale e di istituzioni che hanno guidato il Paese attraverso le tempeste dello choc pandemico, con una navigazione sicura sui mercati finanziari e hanno messo a disposizione con il PNRR nel periodo economico più difficile dal secondo dopoguerra ad oggi risorse ingenti superiori a quelle del piano Marshall”.

Nel campo della scuola e del lavoro “Società Civile” chiede un impegno ad investire con decisione su formazione continua e percorsi di riqualificazione rapidi ed efficaci. Chiediamo inoltre risposte che abbiano l’intelligenza di costruire condizioni che rendano possibile un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, mentre “sul fronte della sfida climatica ed ecologica chiediamo un impegno vero ad intercettare quel futuro ormai a portata di mano viste le traiettorie del progresso tecnologico globale, fatto di produzione diffusa e partecipata di energia da fonti rinnovabili che ci assicuri una vera indipendenza energetica da poteri stranieri”. Infine, nei settori del welfare e della cura, “chiediamo di fare tesoro delle migliori esperienze sul campo che centrano gli interventi sulle dimensioni dell’ascolto e della relazione che sono capaci di far incontrare domanda ed offerta di cura e offrono a persone in condizioni di fragilità e disagio percorsi di attivazione in grado di restituire dignità e orgoglio”.