Dopo la botta fantasmagorica del denaro che produce denaro, come sempre nei momenti di difficoltà, l’Essere torna ai fondamenti. Da non confondere con i fondamentalismi dell’esaltazione acritica dell’economia reale.
Che fa immaginare a qualcuno che la merce possa produrre merce. Il capitalismo, il mercato, si sa, è fatto dall’intreccio di questi due elementi. Con in mezzo il sentire e i comportamenti dell’animale imprenditore, dell`homo faber. Dell’uomo artigiano, direbbe Sennet con il titolo del suo ultimo libro. Con la sussidiarietà, come arma contro la crisi, sostiene Giorgio Vittadini, presidente dell’omonima fondazione. Che ha supportato l’ipotesi indagando un campione di i.6oo aziende manifatturiere, per 1`80% piccole (da 15 a 5o addetti) e per il 20% medie (da 51 a 25o addetti). Collocandole nella loro antropologica radice territoriale.
Dove si forma la «sussidiarietà interna all`impresa, la capacità di guardare alla centralità della persona, alla sua libertà di intrapresa che si esprime come sistema direlazioni significative…». Quello che gli economisti più avveduti chiamano capitale sociale e che io, più banalmente in sociologese, chiamo i sentimenti dei padroncini. Che, sarà bene ricordarlo, si sono formati e consolidati non tanto dentro l`innovazione dall`alto del nostro capitalismo: il fordismo hard della Fiat, quello dolce e territoriale di Adriano Olivetti, e quello di Stato dell`Iri.
Ma in quell`innovazione dal basso del metalmezzadro, che ha prodotto il Nec, Nord Est Centro, dove Togliatti scriveva alle famiglie comuniste dell`Emilia di afferrare Proteo e il “bianco fiore” invitava e accompagnava l`esercito della Coldiretti verso la manifattura. In quel patto non scritto per cui l`innovazione dall`alto era seguita da Roma, quella dal basso, dalle autonomie locali: comuni, province e regioni. Dal basso, dove il sentire dei padroncini è stato il cemento dell`intraprendere sono nati interi paesi manifatturieri che si sono fatti distretti produttivi evolvendosi fino alla moderne filiere delle piattaforme territoriali che competono nella crisi. Che sarà bene aver presente che è globale non locale. Terranno duro e faranno argine i sentimenti dei padroncini? Basterà il loro orgoglioso non voler privilegi e aiuti ma più libertà e meno burocrazia amministrativa e fiscale? Così chiedono il 54,5% di loro e sono abbastanza d`accordo il restante 42,5%.
Basterà in tempi in cui per attraversare la crisi pare prevalere la domanda di più Stato e più con- trolli? Basterà fare welfare locale, la defiscalizzazione chiesta dal 30% di loro per le imprese che operano per scopi sociali? Terrà, in tempi di turbolenza, il motto “alleanza e non conflitto” tra imprenditori e lavoratori? Linguaggio praticato dal 43% con il consenso del 54% degli imprenditori. Tutti apparentemente convinti nell`esaltazione acritica di quel modello di cogestione dal basso dell`impresa, altro dalla cogestione dall`alto del capitalismo renano: grande impresa, grande banca, grande sindacato. Cogestione dal basso supportata da una contrattazione sindacale libera, territoriale, impresa per impresa. Il 36% è per la contrattazione salariale decentrata, il 58% è abbastanza d`accordo.
Essendo che, i sentimenti dei padroncini, la loro weltanschauungritìene siano coincidenti gli interessi del lavoratore con quelli dell`impresa per il 35% e un 60% è abbastanza d`accordo. In questo quadro i padroncini sono anche disponibili amettere mano al portafoglio. Sostengono che la valorizzazione del personale deve avvenire con risorse interne dell`impresa e non con il sostegno fiscale dello stato. Sono molto d`accordo il 39,5 % e abbastanza d`accordo il 57%. Quando il padroncino esce fuori dalle mura dell`impresa il sentire non cambia. Il rapporto con il cliente e con i fornitori, per quelli che sono in filiera, si basa in primo luogo sul rapporto umano e di fiducia per il 69% di loro. Nelle piattaforme produttive sono disponibili alle reti e alle relazioni tra imprese. Siano queste di rappresentanza 42%, di partecipazione ad unposto distrettuale 41%, o a partecipare a consorzi per competere nella globalizzazione 15,4%. Questo è il loro sentire.
Che si differenzia térritorialmente a secondo dell`influenza territoriale della lunga deriva di innovazione dall`alto o di innovazione dal basso in cui si sono formati i sentimenti dei padroncini. Nel Nord Ovest del fordismo è più forte la ricerca del soggetto ordinatore dall`alto, nel Nord Est del metalmezzadro e nell’Emilia dell’afferrare Proteo si esalta di più il disordine orizzontale del vitalismo dal basso. Più che alla contrapposizione tra Fiat e capitalismo molecolare ho l`impressione sia un dato culturale ed antropologico, come appunto sono i sentimenti. Di cui spero che si tenga conto nel nostro ragionare sul come attraversare e fare esodo dentro la crisi. Perché, se non capiti, i sentimenti dei padroncini possono diventare rancore. Che come ci spiegano i dizionari della lingua italiana prende coloro che credono di aver subito un torto o quelli che pensano non gli venga riconosciuto un merito. Il fare impresa, appunto.