Arriva dal Colorado l’ennesima storia di sangue con protagonista una neonata innocente. La piccola sarebbe stata uccisa dalla madre, la quale l’avrebbe prima soffocata e poi gettata sul recinto del cortile di un vicino di casa, lasciandola morire. La vittima non aveva neppure un nome ma è andata incontro ad una fine terribile. Ora, la donna, come riferisce la CNN online, è stata condannata nei giorni scorsi per omicidio. I fatti risalgono alla mattina del 2 gennaio dello scorso anno quando la 25enne Camille Wasinger-Konrad partorì in casa una bambina. Secondo l’accusa, la donna sin da subito agì in maniera sconsiderata nei confronti della neonata: le coprì bocca e naso per impedirle di piangere e svegliare qualcuno, poi si recò fuori dalla sua abitazione e gettò con violenza il corpicino nel cortile del suo vicino. Fu quest’ultimo, solo alle 21.48 di quel maledetto giorno di gennaio, a fare l’atroce scoperta, rinvenendo il corpo senza vita della piccola e allertando prontamente la polizia. Agli agenti, la 25enne si giustificò asserendo che quella mattina si era svegliata con dei crampi allo stomaco e che “la bambina era appena nata”.



SOFFOCA E GETTA SU RECINTO FIGLIA NEONATA: MAMMA 25ENNE CONDANNATA PER OMICIDIO

“Me ne sono appena liberata”, dichiarò la mamma 25enne parlando della figlia neonata soffocata, gettata sul su un recinto e lasciata morire. Una giuria ha ritenuto la 25enne Wasinger-Konrad colpevole di omicidio di primo grado nei confronti della sua bambina appena nata nonché manomissione delle prove. “Questa piccola bambina è stata soffocata da sua madre, gettata sul recinto di un vicino e lasciata morire dall’unico essere umano che avesse mai conosciuto”, ha tuonato il viceprocuratore distrettuale Christopher Gallo nell’udienza finale prima della sentenza. “Questa bambina è morta al freddo senza la dignità di un nome”, ha proseguito. Secondo il vice procuratore distrettuale Valerie Brewster, la neonata fu lasciata dalla madre sulla staccionata per un totale di 948 minuti, assicurandole così una terribile quanto certa morte. Ora la donna, difesa da due legali, rischia la condanna all’ergastolo senza condizionale, e la condanna è fissata per il 15 novembre. Il procuratore distrettuale ha usato la parola “disgustoso” per definire il caso.

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