SOFIA GOGGIA VINCE CON LA MANO ROTTA A ST MORITZ, UN’ALTRA RINASCITA

Sofia Goggia oggi ha vinto la discesa a St Moritz, dopo il secondo posto di ieri: letti i numeri, sarebbe “solo” l’ennesimo resoconto di un ottimo weekend per la campionessa bergamasca nella sua specialità preferita. Invece, il weekend in Svizzera aggiunge un capitolo all’epopea di una sciatrice che è entrata nel cuore di tutti non solo per le vittorie, ma anche per il modo di reagire alle avversità, con un paragone inevitabile con Deborah Compagnoni, a sua volta meravigliosa tanto sugli sci quanto nel rialzarsi dopo ogni infortunio. Stavolta Sofia Goggia ci ha scherzato su: “cosa vuoi che sia” una mano rotta dopo tutto quello che la trentenne bergamasca ha patito in carriera, nella quale forse ha frequentato più sale operatorie che piste di sci – esageriamo, ma nemmeno troppo…



Ieri il secondo posto alle spalle di Elena Curtoni nella prima delle due discese di St Moritz poteva essere un bel trionfo della Valanga Rosa, è stato in realtà un dramma epico per le condizioni meteo, per un’interruzione proprio appena prima della discesa di Sofia Goggia e perché (lo abbiamo capito solamente dopo il traguardo), la bergamasca in corrispondenza della terza porta aveva avuto un brusco impatto con la mano, che le ha causato più problemi di quanto si pensasse a prima vista. Ecco allora il trasferimento a Milano per un intervento chirurgico presso la clinica La Madonnina, dove ormai Sofia Goggia è di casa, per ridurre “una frattura scomposta del secondo metacarpo e una frattura della base del terzo metacarpo della mano sinistra”. Subito dopo, ecco l’immediato ritorno a St Moritz, per decidere stamattina se gareggiare nella seconda discesa. Il resto è cronaca: Sofia Goggia non solo gareggia, ma vince per la ventesima volta in carriera in Coppa del Mondo.



SOFIA GOGGIA PIÙ FORTE DEL DOLORE, LA STORIA DI TUTTA LA CARRIERA

Il segreto lo racconta lei stessa: dopo la ricognizione della pista, quando ha capito di poter gareggiare, “non c’era una ragazza più felice di me in partenza”. La felicità della bambina Sofia Goggia che scriveva di diventare campionessa olimpica della discesa libera e ci è riuscita nel 2018, l’orgoglio di chi a Pechino 2022 ha fatto un’impresa forse ancora più grande con l’argento una ventina di giorni dopo il grave infortunio di Cortina d’Ampezzo, che per chiunque altro probabilmente avrebbe significato la fine anticipata della stagione. D’altronde Sofia Goggia ci è abituata: i più attenti appassionati la ricorderanno quarta a sorpresa in super-G ai Mondiali di Schladming 2013, ma sapranno anche bene che poi praticamente non l’abbiamo quasi più vista fino alla stagione 2016-2017, a causa di un infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro a dicembre 2013 e vari altri intoppi.



Anche le stagioni più recenti però hanno alternato gioie e dolori: ad esempio il 2020-2021, dominato da Sofia Goggia in discesa fino all’infortunio di Garmisch giusto la settimana prima del via ai Mondiali di Cortina 2021, che la bergamasca fu costretta a saltare. Forse è addirittura inutile elencare tutte queste situazioni: ci resta il messaggio di una campionessa certamente baciata da un talento smisurato, ma resa vincente da una forza di volontà ancora superiore. Sofia Goggia è più forte del dolore: ce lo ha ricordato anche a St Moritz, anche se naturalmente noi speriamo che d’ora in poi si parli della bergamasca “solo” per le vittorie in pista, con le Olimpiadi in casa sullo sfondo, per chiudere definitivamente il cerchio proprio a Cortina…