La procura di Treviso ha dissequestrato la villetta di Cornuda dove vivevano Sofiya Melnyk e Pascal Albanese, la coppia morta in tragiche circostanze nel novembre del 2017. Lei è stata picchiata e buttata in un dirupo sul Grappa, lui invece si è suicidato. I carabinieri dunque hanno tolto i sigilli che erano stati apposti agli ingressi e le chiavi sono state consegnate alla famiglia dell’uomo. Con loro c’era la troupe di “Chi l’ha visto”, che ha ripreso quel momento difficile e doloroso: i genitori di Pascal non entravano nella villetta da 18 mesi, precisamente dal 26 novembre 2017, quando fu trovato il corpo senza vita dell’ingegnere 50enne di origini italo-francesi. Ora la sua famiglia chiede la verità: i parenti sono sicuri che non si sia suicidato. «È un falso suicidio, c’è qualcuno in giro che se la sta passando bene», ha dichiarato la mamma di Pascal. «Vogliamo cosa è successo a tutti e due. Non è mica finita: non sappiamo nulla», hanno dichiarato alla trasmissione di Raitre. In effetti la vicenda della coppia di Cornuda è ricca di misteri. Sofiya Melnyk aveva più relazioni sentimentali, di cui pare che il compagno fosse a conoscenza.
SOFIYA MELNYK E PASCAL ALBANESE, DISSEQUESTRATA VILLA CORNUDA
La sorella di Pascal Albanese ora è arrabbiata: si sente tradita e si rimprovera di non aver insistito con le domande. «Presumo che sapesse, è stato un idiota nell’accettare questa situazione, ma non era stupido al punto tale da non capire certe cose», ha dichiarato a “Chi l’ha visto” in merito ai tradimenti di Sofiya Melnyk, che aveva una relazione anche con un medico e un geologo. «Si dice che volesse lasciarlo, ma sono voci. Una sua amica al funerale ci ha detto, senza esitare, che non era così», ha aggiunto Carol Albanese. In merito al ritrovamento di Sofiya Melnyk senza scarpe ha spiegato: «Lei aveva l’abitudine di toglierle quando si trovava a casa di qualcuno che conosceva bene e con cui aveva una certa confidenza. Questo mi fa pensare che sia stata aggredita in casa, non quella in cui viveva con Pascal». La famiglia chiede anche di prendere visione di almeno una copia della lettera ritrovata nella villetta, perché potrebbe esserci un dettaglio importante. «Sempre che lo abbia scritto lui e nessuno lo abbia indotto a farlo». Ma ora che la villa è stata dissequestrata, si può trovare una chiave per capire cosa è successo? «Secondo noi potrebbe essere possibile. Ora ci metteremo a lavoro per capire se si può dare una chiave di lettura diversa rispetto a quella che non sta dando la procura», ha dichiarato il legale della famiglia Albanese, l’avvocato Chiara Rinaldi.