Abolire il contante nell’era delle criptovalute è un po’ come abolire le barche a vela nell’era del motore. Tardivo, e ingeneroso. Ma è quel che l’Italia continua a fare, sull’abbrivio di una vecchia idea – probabilmente giusta quando venne concepita ma oggi pleistocenica – secondo la quale proibendo l’uso del denaro contante si sarebbe costretta l’evasione fiscale a venire allo scoperto. Per cui dal primo gennaio prossimo, in ottemperanza di una vecchia norma che finalmente scatta, si potranno spostare denari contanti entro il limite massimo di 1.000 euro e non più di 2.000. Norma che Mario Draghi, attuale presidente del Consiglio, caldamente sostiene.



Tanto per cambiare, su questa linea di guerra al contante sono i banchieri centrali tedeschi a dissociarsi. Carl-Ludwig Thiele, membro del Consiglio di amministrazione della Bundesbank incaricato di seguire il tema, ha sentenziato di recente: “Non sono sicuro che introdurre un limite all’uso del contante o eliminare i tagli più grandi delle banconote possa realmente prevenire le attività illecite di terroristi e criminali”. Ha anche aggiunto: “Dovremmo chiederci soprattutto: quale concezione di governo è alla base di queste proposte? I cittadini non dovrebbero essere oggetto di sospetti generici e generalizzati”. E del resto lo stesso stesso presidente della Bundesbank aveva sollevato l’attenzione sul fatto che l’eliminazione delle banconote dal taglio più grosso, una politica sostenuta fortemente da Mario Draghi, quando era presidente della Banca centrale europea, potrebbe avere un effetto debilitante sulla fiducia generale e se il pubblico fosse indotto a credere che il contante sarà abolito gli effetti sarebbero “disastrosi”.



Ma perché questa regola che quando venne ventilata dall’allora (2008) ministro delle Finanze Vincenzo Visco sembrava logica oggi non vale più niente? Bensvegliati, eh! Risposta facile-facile: perché oggi ci sono le criptovalute. E la malavita organizzata, grande regista dell’economia sommersa, le usa a manetta. Proibiamo il contante adesso che serve davvero solo alle vecchiette? Benissimo, accomodatevi. Ma che senso ha?

E del resto: tra le tante lacune del Governo emergenziale guidato da Mario Draghi nella generale carenza di visione sul futuro – riconosciuta anche dal Premier – c’è la mancata progettualità sulla lotta all’evasione fiscale. Quasi fosse diventato un esercizio inutile, come lavare la testa all’asino. E invece no: se esistesse uno Stato minimamente degno di questo nome, dalla ripresa dell’umile quotidiano stradale lavoro di controllo porta a porta si potrebbe recuperare tanto gettito. Ma chi lo vuol più fare quel lavoro, nell’era digitale?



Non a caso, la marcia trionfale del denaro elettronico non è accompagnata dall’ovvio corteo delle sanzioni per chi rifiutasse le carte di credito: scatteranno solo dal 2023 – grazie a un emendamento di Stefano Fassina (Leu) e Rebecca Frassini (Lega) al Recovery – le multe da 30 euro più il 4% del valore della transazione per negozianti e professionisti che rifiutano di accettare il bancomat o le carte di credito come forme di pagamento. E pensare che in teoria il Pos sarebbe già obbligatorio dal 2014 (decreto 179/2012). L’unico recupero di gettito che abbia funzionato è stato quello dell’Iva, proveniente dall’obbligo di fattura elettronica: perché al momento nessuno si fida a fatturare in criptovalute…

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