Mentre ormai Fratelli d’Italia è stabilmente il terzo partito del Paese – al 17% secondo gli ultimi sondaggi Tecné – e con Giorgia Meloni eletta a fine settembre nuova leader del gruppo Ecr-Conservatori Europei, le attenzioni della politica e dei media per la leader “nazionalista” non restano più in secondo piano, considerandola la “spalla” di Matteo Salvini. Meloni è ormai stabilmente una leader nazionale capace di portare il suo Fratelli d’Italia dal 2% al 17% in pochissimi anni, da alcuni addirittura “ipotizzata” come la vera leader del futuro del Centrodestra: ecco che oggi, dopo le “attenzioni” dell’Espresso dello scorso giugno, il Fatto Quotidiano lancia un’inchiesta a firma Valeria Pacelli e Stefano Vergine che prova a indagare le origini dei finanziamenti al partito “ex Alleanza Nazionale”. E così viene riportato dei possibili fondi in arrivo da donazione di grandi multinazionali, petroliere britannico di stanza a Dubai, un ex dipendente di Steve Bannon a Cambridge Analytica e pure un oligarca russo: l’inchiesta del Fatto parte dalle finanze all’Ecr – e non quindi solo a Fratelli d’Italia – scoprendo di fondi pervenuti dalla società dell’oligarca Temerko, considerato molto vicino a Vladimir Putin. Ma soldi e donazioni arrivano anche dalla Milano Business Consulting (dell’ex Futuro e Libertà Luigi Mollese) e pure l’azienda dell’ex presidente della Repubblica Ceca Mirek Topolanek.



I FONDI DIETRO A FRATELLI D’ITALIA

Fondi “strani” e “illegali”? Affatto, l’inchiesta del Fatto Quotidiano vuole in prima battuta tentare di mettere in contraddizione la teoria di Giorgia Meloni di voler essere contro le multinazionali e le lobby, quando poi larga parte delle finanze e delle donazioni al suo partito europeo giungono proprio da quelle aree. Soldi perverrebbero secondo il Fatto anche dalla Voter Consultancy, società controllata dall’ex esperto di comunicazione di Steve Bannon, già dipendente di Cambridge Analyticafinita al centro dello scandalo per aver sfruttato i dati di 87 milioni di utenti di Facebook con l’obiettivo di influenzare le ultime elezioni americane a favore di Trump», spiega il Fatto). È stato chiesto conto delle donazioni a Ecr e Fratelli d’Italia al tesoriere di Giorgia Meoni, Roberto Mele, che spiega: «Ecr è un altro partito, che ha una sua struttura organizzativa di cui non rispondiamo. I finanziamenti di Ecr, come impone la legge, non sono assolutamente utilizzati per eventi elettorali legati a Fd’I. Possono fare degli eventi ai quali partecipano anche i nostri parlamentari europei eletti con Fd’I e che aderiscono a Ecr. Ma sono eventi fatti da Ecr su territorio italiano, ungherese, polacco e così via». Per quanto riguarda le casse esclusive di Fratelli d’Italia, i fondi arriverebbero da donazioni del 2 x mille, erogazioni liberali e patrimoni immobiliari (cifre non enormi per una cassa anche piuttosto “scarna”): secondo il Fatto però a tenere in vita il partito con tutti i finanziamenti necessari interverrebbe l’ente “Fondazione Alleanza Nazionale” che intesse molte relazioni con il nuovo partito Fratelli d’Italia (che comunque già con molti tesserati e parlamentari perviene storicamente dall’ex partito di Gianfranco Fini).

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