Andrea Di Consoli, giornalista de Il Mattino, è stato ospite stamane di Uno Mattina in Famiglia, per parlare del tema della solitudine alla luce dell’allarme che ci giunge dagli Stati Uniti: “Per la prima volta uno stato, un governo, ha stabilito che la solitudine è un fatto sanitario, un’epidemia ed è un qualcosa di straordinario. Ne abbiamo parlato pochissimo ed è un grave errore. Da tema psicologico e morale sta diventando un tema fisico e sanitario, e questo tema è importante perchè viene dagli USA l’allarme, che sono la patria del capitalismo, del digitale, della modernità e il fatto che questa patria ha prodotto il suo opposto, uno dei suoi lati più oscuri della modernità, significa che gli USA hanno fatto autocritica”.
Quindi Andrea Di Consoli ha proseguito: “A Napoli c’è anche una grande solitudine delle persone, anche se si è vinto lo scudetto e c’è questa coralità. A volte sono proprio i momenti più corali e collettivi che acquistano sensazione di essere soli”. Ilaria Gaspari, filosofa, ha aggiunto: “Esiste sempre la solitudine cercata, che eleva l’esperienza esistenziale, ma la solitudine subita è qualcosa che noi subiamo e oggi è particolarmente forte perchè in un mondo in cui abbiamo tante possibilità di vita digitale che ci illudono di non essere soli in realtà sono esperienze che viviamo in solitudine”.
SOLITUDINE, DI CONSOLI: “SERVE UN ATTEGGIAMENTO CRITICO VERSO LA MODERNITA’”
Di nuovo Andrea Di Consoli: “Bisogna avere un atteggiamento critico verso le modernità, dobbiamo prendere del passato il meglio e sintetizzarlo col meglio del presente. Questa idea di una società costruita su privacy, individualismo, digitalizzazione è qualcosa che non ci porta andare lontano. Gli altri sono l’inferno ma anche la soluzione”.
La filosofa ha aggiunto: “Bisogna mantenere la consapoevolezza che la vita ha bisogno del contatto con gli altri e tutte le cose che sfuggono al contatto ci rendono più soli”. Quindi Di Consoli ha concluso: “La verità oggi è che siamo liberi solamente di essere soli. Spesso la solitudine è una risposta che noi diamo al fatto che non ci sentiamo all’altezza delle situazioni, chiuderci ci rende più sicuri. Dobbiamo essere più indulgenti con le imperfezioni”.