Secondo uno studio condotto in Germania la solitudine, che è notoriamente un problema all’interno della società tedesca, sarebbe associata alla tendenza a votare la Destra, oltre che ad abbracciare idee populiste e complottiste. Lo studio è stato evocativamente chiamato Extrem Einsam (estremamente soli, in tedesco) ed è parte del progetto Kollekt, finanziato interamente dal ministero della Famiglia, presieduto dalla deputata dei Verdi Lisa Paus.



Insomma, l’estrema sintesi dello studio condotto in Germania è che la solitudine spingerebbe giovani e meno giovani ad aderire alle idee della Destra populista, ma si precisa (quantomeno) che “non si tratta di connessione causali“. Indipendentemente dalle connessioni, comunque, lo studio spiega questa tendenza, non supportata da dati, con l’idea che, pur soli, gli umani nutrono “un desiderio di comunità ancora molto forte e profondamente radicato”. Le persone che vivono e affrontano la solitudine, dunque, abbracciano “i partiti populisti o estremisti di Destra [che] offrono un senso di comunità e allo stesso tempo una narrazione di paura: ‘Unisciti a noi, così farai parte della nostra comunità'”.



Solitudine e destra: il parere del sociologo Milbradt

La solitudine, oltre a far votare le persone a Destra, aumenterebbe, secondo lo studio, anche le tendenze populiste, l’adesione alle teorie del complotto, ma anche atteggiamenti autoritari e approvazione dell’illegalità e della violenza. Secondo la ministra Paus, inoltre, una popolazione sempre più sola corre anche maggiori rischi di salute (ictus, demenza, depressione..), oltre ad indebolire la coesione sociale e minacciare la democrazia.

Complessivamente in Germania la solitudine colpisce circa 12,2 milioni di persone con età superiore ai 10 anni, che ovviamente non corrispondono ai voti che la Destra riceverebbe se si andasse alle urne. Restando sui dati, inoltre, la tendenza a sentirsi soli è maggiore nella fascia d’età 18-29, dove circa un quarto degli intervistati si dice solo. Contro la tesi dello studio si è espresso Björn Milbradt, sociologo ed esperto di radicalizzazione giovanile, citato da Libero. Questi, infatti, sottolinea che non basta la solitudine per abbracciare la Destra estremista, perché “non c’è solo un fattore” dietro. Tende a radicalizzarsi chi ha già “una ricettività verso certe ideologie o atteggiamenti denigratori“, citando tra le tante cause anche il livello di istruzione, la situazione socio-economica e la vita familiare.