Le imprese italiane nel 2024, secondo l’agenzia S&P Global Ratings, attraverseranno un positivo anno di resilienza, che avrà effetti positivi sulla loro tenuta economica internazionale. Si tratta dell’ultima valutazione fatta dall’agenzia e riportata dal Sole 24 Ore, che fa seguito al positivo ed inatteso miglioramento dell’outlook economico per l’Italia fatto da Moody’s nella giornata di venerdì, che ha modificato la valutazione da “negativo” a “stabile”.



Le imprese, tuttavia, avverte ancora l’analisi di S&P, “dovranno affrontare molte sfide ma nel complesso resisteranno a un contesto caratterizzato da tassi di interesse ancora elevati e potenziali rischi geopolitici”. Gli stessi tassi, d’altronde, potrebbero fare impattare durante l’economia italiana nel corso dei prossimi mesi, anche se allo stato attuale grazie alla valutazione di Moody’s lo spread italiano è tornato a diminuire, raggiungendo un positivo 2,5% con 173 punti base. Contestualmente, infatti, mentre l’Italia e le sue imprese migliorano, lo stesso non si può dire per la Germania, che sembra essere sempre più vicina alla recessione e dalla quale dipende la stima dello stesso spread (che è concretamente il divario tra l’economia italiana e quella tedesca, usata come esempio in tutta Europa).



S&P: “Solo l’11% delle imprese italiane rischiano il taglio del rating”

Secondo S&P, comunque, la situazione per le imprese italiane è positiva e continuerà ad esserlo per tutto il 2024. “Attualmente”, spiega Renato Panichi, responsabile rating dell’agenzia, al Sole 24 Ore, “una quota minima, l’11%, delle aziende oggetto di rating è a rischio downgrade”. Un dato positivo rispetto alla media europea, e soprattutto tedesca, dove “le aziende a rischio rappresentano il 20% del totale oggetto di rating, complice anche la difficoltà che stanno affrontando alcuni settori”.



Gli investimenti delle imprese, tuttavia, complici “i tassi di interesse” europei, diminuiranno nel 2024, “ma non si arresteranno, sostenuti dai mega-trend, in particolare quelli della digitalizzazione e della transizione energetica“. Secondo S&P, inoltre, il fatturato delle aziende italiane crescerà del 5%, similmente a quanto avvenuto nel 2021, che seppur sia lontano del boom registrato dopo la pandemia di oltre il 20%, è incoraggiante soprattutto a fronte di un’inflazione che dovrebbe calare ulteriormente. Inoltre, le imprese italiane sottoposte ad uno stress test sul debito effettuato da S&P hanno dimostrato che solo nel 10% dei casi “con rating B+ e B”, sarebbe colpito da un “interest coverage ratio inveriore a 2x”, rispetto alla “media europea del 45%”.