Si dice sempre che il mondo dello sport è un mondo di pace, dove non può esistere l’odio, neanche quello che è provocato dalle guerre. Si cita il fatto che nel mondo greco durante le Olimpiadi si sospendevano i conflitti. E gli atleti si affrontavano solo in competizioni sportive. Certo: per la verità, solo i greci, compresi quelli delle loro colonie. Non gli altri, a cominciare dai persiani loro acerrimi rivali. Oggi non solo non si sospendono le guerre, ma si arriva piuttosto a sospendere la partecipazione delle squadre di alcune nazioni dalle competizioni internazionali. E così gli atleti russi possono partecipare individualmente agli eventi, ma non come squadra nazionale.
In più la Federazione tennistica ucraina ha dato indicazione di non stringere la mano ai rivali russi dopo gli incontri. E così è avvenuto, destando un certo clamore, al Roland Garros. È accaduto però che la giovanissima tennista ucraina Elizaveta Kotliar, dopo l’incontro disputato e perso agli Australian Open con la rivale russa Vlada Mincheva, si è permessa di salutare chi l’aveva sconfitta con l’abituale stretta di mano. Grande scandalo in Ucraina! Il padre della giovane, minorenne, si è dovuto scusare pubblicamente spiegando che la figlia aveva compiuto quel gesto automaticamente (e io aggiungo, per buona educazione). Poi, ancora, ha aggiunto che “Liza ha solo 16 anni, non ha grandi esperienze di gioco in competizioni importanti come i tornei del Grande Slam”. A fronte di ciò, mi piace ricordare l’episodio accaduto agli Internazionali di Roma, quando l’ucraina Kalinina abbracciò apertamente la Rybakina, tennista del Kazakhstan, ma nata e cresciuta a Mosca, contestata continuamente da quella gran parte del pubblico che era ucraino. Poi, sabato sera, dopo il nazionalismo è andato in onda lo show del razzismo, idiota.
Un gruppo di tifosi dell’Udinese ha bersagliato il portiere del Milan con insulti e grida di carattere razzista che hanno profondamente colpito il prode Maignan. Personalmente sono convinto che se al posto suo ci fosse stato un portiere bianco, magari con qualche problema di infedeltà da parte della moglie, i “soliti idioti” avrebbero inventato insulti per il portiere, del tipo: “stai attento quando salti, perché con le corna potresti sbattere contro la traversa”.
Mettere a disagio, in crisi, un portiere avversario per qualche deficiente può sembrare una missione da compiere, magari col tacito consenso della società. Ma il razzismo no, e giustamente ci si domanda come mai i responsabili dell’ordine pubblico non siano intervenuti a fermare i colpevoli. Forse ora molti poliziotti si sentono un po’ stufi di essere presi in giro, insultati anche da altri idioti che in alcune manifestazioni, magari per la pace, si scatenano impunemente verso di loro, verso questa “razza maledetta” di esponenti della polizia. “Razza maledetta” detto ironicamente, come solidarietà verso i poliziotti.
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