Nella giornata di oggi – ovviamente sabato 21 dicembre 2024 – si celebra nel cosiddetto emisfero boreale (ovvero la parte a Nord del nostro pianeta) il solstizio d’inverno 2024 con il quale si darà ufficialmente il via alla stagione più fredda dell’anno ma – al contempo – anche al breve viaggio verso la primavera e l’estate con un progressivo aumento delle ore di luce giornaliere che raggiungeranno l’apice solamente il prossimo giugno: un momento – quello del solstizio d’inverno 2024 – particolarmente sentito fin dall’antichità ed accompagnato ancora oggi da diverse importanti celebrazioni che ruotano tutte attorno alla rinascita, alla vittoria della luce contro l’oscurità e alla convivialità dello stare assieme.
Prima di arrivare ai riti e alle celebrazioni legate al solstizio d’inverno 2024 è importante fare un passetto indietro per spiegare e ricordare nel dettaglio cosa rappresenta astronomicamente questa giornata: per farlo dobbiamo innanzitutto precisare che il nostro pianeta ruota attorno al sole con un’inclinazione del suo asse di circa 23 gradi che determina – appunto – l’avvicendarsi delle stagioni strettamente legate alla vicinanza degli emisferi rispetto alla luminosissima stella.
Durante il solstizio d’inverno il nostro emisfero terrestre si trova nel punto più distante possibile dal sole, con la conseguenza che i suoi raggi luminosi lo colpiranno in misura minore rispetto al resto dell’anno; il tutto mentre l’emisfero australe (quello a Sud) godrà al contempo della massima esposizione solare e – non a caso – mentre noi oggi ci prepariamo ad accogliere l’inverno, tutta l’area meridionale del pianeta entrerà a pieno titolo nell’estate.
Come si festeggia il solstizio d’inverno 2024 nel mondo: dal Burning the Clocks di Brighton, fino alle feste tradizionali cinesi e giapponesi
Come anticipavamo prima, il solstizio d’inverno era già noto nell’antichità, tanto che i Romani in questo periodo festeggiavano i cosiddetti Saturnali in onore del Dio dell’agricoltura Saturno: una celebrazione nel corso della quale si svolgevano sontuosi ed abbondanti banchetti, ci si scambiavano piccoli e grandi doni e tutti i cittadini – schivai compresi – erano esonerati dal lavoro per una settimana, in una vera e propria antichissima versione del nostro Natale; mentre oggi il solstizio invernale è legato solamente ad alcuni falò che vengono accesi all’aperto nelle regioni centrali.
D’altra parte, numerosi lasciti del tradizionale solstizio d’inverno resistono ancora in numerose culture estere, specialmente norrene: un esempio è la festa scandinava dello Yule caratterizzata da grossi falò purificatori, banchetti in compagnia e decorazioni di ogni tipo all’interno delle abitazioni; mentre in Cina e Giappone si festeggiano il Dongzhi e il Tōji largamente collegate alla natura e all’agricoltura e caratterizzate – anche in questo caso – da falò e banchetti.
A Brighton – invece – nel giorno del solstizio d’inverno è consuetudine festeggiare il cosiddetto ‘Burning the Clocks‘ che parte da una fiaccolata tra le vie delle città per arrivare in spiaggia dove viene acceso un grande falò, vengono liberate nell’aria le famosissime lanterne e si tiene un grande spettacolo pirotecnico che segna proprio la rinascita della luce dopo il lungo periodo di buio iniziato dall’equinozio d’autunno.