In questi giorni dicembrini si sente sempre più frequentemente parlare del solstizio d’inverno 2024, riaccendendo la curiosità su uno dei quattro giorni più importanti e singolari dell’intero anno in grado di cambiare radicalmente la nostra vita e il nostro rapporto con l’esterno e la natura: il riferimento ovviamente è ai due solstizi – quello invernale e quello estivo – e ai due equinozi – da un lato quello primaverile e dall’altro quello autunnale – che come lasciano intuire i nomi segnano il passaggio da una stagione all’altra e (soprattutto) l’avvio di una nuova fase dell’eterno moto terrestre attorno al Sole con il solstizio d’inverno che ci traghetterà direttamente verso l’inizio dell’odiato/amato inverno.
Di fatto, astronomicamente parlando, il solstizio d’inverno coincide con il momento in cui il nostro pianeta e – in particolare – l’emisfero boreale in cui viviamo raggiunge la massima distanza con il Sole godendo di conseguenza di un minor numero di ore di luce al giorno: tradizionalmente questo momento dell’anno cade tra il 21 e il 23 di dicembre (a seconda che sia o meno un anno bisestile) e in questo 2024 si celebrerà esattamente alle 9:20:30 del 21 dicembre momento in cui inizierà ‘ufficialmente’ l’inverno e il cammino verso il ritorno della bella stagione.
Perché il solstizio d’inverno è il giorno più breve dell’anno e tutte le storiche tradizioni associate alla ricorrenza
Non a caso, il solstizio d’inverno è spesso rinominato anche come ‘giorno più breve dell’anno‘ proprio in virtù del fatto che in questa giornata le ore di luce saranno abbondantemente inferiori a quelle di buio – tanto che secondo alcune stime a Londra si godrà di sole 7 ore e 49 minuti di luce solare nell’arco delle 24 giornaliere -; ma al contempo (per il piacere di coloro che detestano le brevi giornate invernali) proprio dal 21 dicembre inizieranno anche progressivamente ad aumentare i minuti di sole giornalieri fino al picco che si raggiungerà in occasione del solstizio d’estate il prossimo giugno.
Già dall’antichità il solstizio d’inverno era legato a tantissimi riti e celebrazioni pagane dei quali abbiamo conservato – tra gli altri – il famoso ed ignoto sito preistorico di Stonehenge in cui i celti erano soliti assistere al particolare e singolare passaggio del sole attraverso gli enormi monoliti che ancora oggi attirano migliaia e migliaia di curiosi in occasione dei due solstizi; mentre nell’attualità di quella ricca tradizione antica sono rimasti solamente alcuni strascichi come la festa inglese del ‘Burning the clocks‘, il cinese ‘Donghzi‘ o l’iraniana ‘Yalda‘, mentre da noi è rimasta solamente una celebrazione simbolica per accogliere l’arrivo della stagione fredda.