Il prossimo solstizio d’inverno che cadrà questo sabato 21 dicembre? Trascorretelo in Basilicata, circondati dall’aspro e antico scenario delle Dolomiti lucane dove, da qualche anno con una ricorrenza che viene appositamente celebrata ma seguendo una tradizione che si perde nel passato, si può assistere a uno spettacolo davvero singolare e che ogni volta richiama appassionati di escursionismo, gli amanti dell’archeologia e semplici curiosi. In occasione di quello che è secondo la tradizione il giorno più corto dell’anno (anche se nel 2019 la data esatta del solstizio sono le 4.19 del 22 dicembre) l’appuntamento è in questo angolo di Basilicata dove svettano le vette dolomitiche locali, e in particolare presso il sito archeologico di “Petre de la Mola”, un luogo magico che sorge non troppo lontano dal piccolo comune materano di Oliveto Lucano. Ma in cosa consiste questo curioso fenomeno e perché questa sorta di Stonehenge che sorge nel cuore del Meridione è così importante dal punto di vista degli studi di geologi e anche degli astronomi? Andiamo a scoprirlo qui di seguito.
UN EMOZIONANTE SOLSTIZIO D’INVERNO IN BASILICATA
L’appuntamento col solstizio d’inverno in località “Petre de la Mola” (ovvero, la Pietra della Mola), sito che sorge non troppo lontano dalla cima del Monte Coccia, da qualche tempo richiama sempre più persone anche per via del contesto in cui avviene: questo infatti è un antico complesso megalitico, ossia in cui sorgono i caratteristici megaliti -monumenti preistorici eretti utilizzando una o più grandi pietre semplicemente sovrapposte- e che secondo alcuni studi furono allineati in origine in base alla posizione del Sole a mezzogiorno e poi al tramonto del solstizio d’inverno; l’origine di quello che è considerato una sorta di antesignano degli attuali calendari risalirebbe all’Età del Bronzo e ancora oggi affascina i presenti per un curioso fenomeno. Infatti in questa Stonehenge lucana che si trova nel Parco Naturale di Gallipoli-Cognato gli appassionati si radunano attendendo religiosamente il momento del tramonto del sole quando uno dei suoi raggi spunta attraverso una fenditura artificiale della roccia e indicata appositamente da una piccola incisione rupestre da degli uomini migliaia di anni fa. Questo piccolo segreto celato per tantissimo tempo tra le Dolomiti lucane fu svelato solamente di recente dal compianto professor Marco Mucciarelli, sismologo e geofisico che se ne accorse durante una ricognizione tra i megaliti.
SPETTACOLARE TRAMONTO TRA I MEGALITI DI “PETRE DE LA MOLA”
Ma, al di là del momento clou che è diventata anche l’occasione per fare dei suggestivi scatti dei megaliti al tramonto del solstizio d’inverno, quali sono gli altri segreti custoditi a oltre mille metri d’altezza da “Petre de la Mola” e perché questo sito archeologico che è di fatto un affioramento naturale di rocce calcaree desta così tanto interesse? Innanzitutto, attorno al gigantesco masso su cui fu ricavata con straordinaria precisione quella fenditura, sono stati rinvenuti scoli per l’acqua e altri elementi che fanno pensare a un luogo utilizzato per riti sacri e legati anche all’astronomia in occasione di quel giorno di così grande valenza simbolica per gli antichi dato che sin da allora si era coscienti del fatto che segnava uno spartiacque e il segnale dell’inizio del trionfo della luce sulle tenebre. L’intero sito risalirebbe al Neolitico (1000-6000 a.C.), l’ultimo dei tre periodi preistorici dell’Età della Pietra e all’interno del quale si colloca l’Età del Bronzo, e un’altra curiosità che è stata scoperta dagli studiosi è che, sempre il 21 dicembre, il Sole si vede apparire di nuovo anche per qualche minuto in una “galleria” formata dalla sovrapposizione di una lastra di pietra e un’altra fenditura.