“La carestia bussa alla porta. Quello di oggi è l’ultimo avvertimento”: sono queste le parole di Martin Griffiths, capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, in una conferenza stampa che si è tenuta oggi dalla capitale della Somalia, Mogadiscio. La situazione è sempre più drammatica. Il Paese sta facendo i conti con livelli di siccità drammatici, che hanno colpito più di altre le comunità rurali. Si tratta della peggiore degli ultimi 40 anni: più di mezzo milione di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, in cerca di cibo e acqua.
Le famiglie hanno inoltre il terrore di perdere i propri figli, soprattutto i più piccoli e fragili, spiega la Repubblica. Non solo fame e siccità, però: la popolazione civile è alle prese con 30 anni di guerre civili d’origine tribale e un’instabilità politico-istituzionale che non tutela i cittadini. Inoltre le potenze regionali, guidate dagli Usa, sono coese nel combattere il terrorismo jihadista di Al-Shabaab ma tendono a privilegiare la sicurezza e l’azione militare e non destinano risorse alla popolazione civile. L’Onu è ora chiamata ad intervenire.
Somalia: fame, guerre e siccità. Allarme Onu
La Somalia si trova in una situazione tragica. Come abbiamo visto, la siccità è la peggiore degli ultimi 40 anni, la fame acuta sta riducendo all’osso le popolazioni, le guerre civili non cessano e le potenze regionali, coordinate dagli Usa, rivolgono le proprie attenzioni alla lotta al terrorismo e non alla tutela dei cittadini. Questi fattori fanno sì che la popolazione civile si trovi in una situazione drammatica. Di recente c’è stata inoltre un’ondata di locuste del deserto che ha definitivamente dimezzato la produzione di cibo e azzerato il reddito dei cittadini.
Oggi, lunedì 5 settembre, il Comitato permanente inter-agenzia, ossia il forum di coordinamento umanitario più longevo e di più alto livello del sistema delle Nazioni Unite, si è unito per discutere della situazione. Martin Griffiths, il capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, ha parlato di “carestia alle porte” e di “ultimo avvertimento”. Servono dunque misure importanti e immediate da parte dell’Onu.