La trattativa tra Pd e M5s per risolvere la crisi di governo è sempre più intensa e crescono le possibilità di un Conte bis. Uno scenario che rispecchia quanto emerso dagli ultimi sondaggi politici elettorali, in particolare quello dell’istituto Gpf, secondo cui la figura del premier dimissionario ha acquisito sempre più credibilità agli occhi dell’elettorato del Movimento 5 Stelle. Due persone su tre lo vorrebbero addirittura a capo dei pentastellati, quindi al posto di Luigi Di Maio. Anche per questo forse da M5s continuano a ribadire la centralità di Di Maio, ma di fatto il nuovo governo sta nascendo attorno a Conte. L’indagine condotta da Roberto Baldassarri spiega che Conte è considerato un’opzione più credibile rispetto anche ad Alessandro Di Battista. La vittoria di Conte è netta: raccogliere il 67,4 dei consensi, invece Luigi Di Maio il 14,3 per cento e Alessandro Di Battista solo il 13,9. Il sondaggio è stato effettuato tra il 24 e il 26 agosto. (agg. di Silvana Palazzo)
TERMOMETRO POLITICO: 52% VUOLE LE ELEZIONI
Le analisi, gli scenari e gli accordi di palazzo da un lato, i “sentiment” dei cittadini elettori dall’altro: così sembra identificare l’analisi dei sondaggi politici elettorali svolta da Termometro Politico nel pieno della crisi di Governo. La domanda è tanto semplice quanto schietta: «sarebbe favorevole ad un Governo Pd-M5s-LeU?», con gli italiani che al 52% bocciano l’accordo giallorosso preferendo di gran lunga andare subito ad Elezioni anticipate (come sostiene la Lega di Salvini e anche i due alleati della ipotetica coalizione FdI e Forza Italia). Per il 35% invece la speranza è che il Governo Conte “bis” possa durare i prossimi 4 anni rimanenti di legislatura; il 5% non sa esprimersi mentre solo l’8% spera che il Governo formato nelle prossime giornate possa portare comunque l’Italia al voto nel più breve tempo possibile. Sul fronte del “toto-premier”, il 26% opterebbe ancora per Conte, il 7% vuole Mario Draghi, il 4% invece si divide sia su Roberto Fico che su Carlo Cottarelli: importante però il dato finale di questi sondaggi politici, ovvero il 43% che non sceglierebbe «nessuno dei nomi sopracitati».
EXPERT SURVEY (27 AGOSTO): 51% OPTA PER IL GOVERNO GIALLOROSSO
Mentre al Quirinale si sono aperte le consultazioni sulla crisi di Governo, i sondaggi elettorali politici di YouTrend hanno aggiornato i loro dati iniziati dopo le dimissioni del Premier Conte con l’ormai immancabile “Expert Survey”, ovvero l’analisi degli scenari dagli addetti ai lavori vicini alla politica in queste settimane. Ebbene, rispetto al penultimo aggiornamento due giorni fa, secondo gli esperti (30 cronisti parlamentari suddivisi in diverse testate giornalistiche) il 51% ad oggi dà come certo il governo Pd-M5s all’orizzonte, specie dopo le aperture che dagli ambienti vicini a Casaleggio e Di Maio arrivano in questi ultimi minuti. Per il 39%, dunque una fetta piuttosto alta ancora, le Elezioni anticipate non sono da scartare e anzi potrebbero essere l’unica via di soluzione alla permanente crisi di Governo; da ultimo, c’è un 10% ancora convinto che vi sia uno spazio di manovra tra Lega e 5Stelle, magari con un forte rimpasto e un Di Maio candidato Premier nell’eventuale secondo accordo consecutivo “gialloverde”.
? AGGIORNAMENTO #EXPERTSURVEY
Calano al 51% le probabilità di una maggioranza #m5spd. Crescono le possibilità di un ritorno al voto (39%), mentre l’ipotesi di un nuovo #Governo gialloverde resta remota (10%).#CrisiDiGoverno #consultazioni #Conte2 pic.twitter.com/gpbs01yGC3— YouTrend (@you_trend) August 27, 2019
SONDAGGI ELETTORALI YOUTREND (27 AGOSTO): CDX “PEGGIO” DI M5S-LEGA
YouTrend ha pubblicato questa mattina una particolare simulazione di sondaggi politici nella quale si stimano le eventuali intenzioni di voto e conquista dei seggi elettorali qualora la legge elettorale fosse un sistema proporzionale puro: l’esercizio non è meramente “informativo” ma è un importante test visto che, qualora decollasse il Governo Pd-M5s uno dei punti possibili in agenda sarebbe la riforma elettorale con il probabile ritorno al puro proporzionale per porre un freno all’eventuale coalizione di Centrodestra. Ebbene, alla Camera i risultati – riferiti alla supermedia di sondaggi del 1 agosto 2019 – ad oggi vedrebbero la Lega conquistare 253 seggi, Forza Italia 50 e Fratelli d’Italia 44; per il Pd si arriverebbe a 150 seggi mentre il Movimento 5 Stelle scenderebbe a 121. Al Senato invece Lega a 127, FI a 25, Meloni a 22, Partito Democratico a 75 e 5Stelle a 60; secondo le stime dei sondaggi YouTrend, «Le forze politiche che riuscirebbero ad entrare in parlamento resterebbero soltanto 5: Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia. In questo scenario, il centrodestra unito a trazione leghista avrebbe comunque una maggioranza stabile, seppur lontana dalla soglia dei due terzi che raggiungerebbero gli stessi partiti col Rosatellum». Al momento dunque, scartando l’ipotesi alquanto improbabile Pd-Lega, l’unica alleanza che darebbe più solidità a Matteo Salvini sarebbe quella del ritorno al passato con un asse gialloverde che darebbe più spazio per un Governo stabile, anche se sempre con una soglia minore dei due/terzi guadagnabili ad oggi con il sistema del Rosatellum, se si andasse subito alle urne.
IZI (23 AGOSTO): LE INTENZIONI DI VOTO
Nel pieno della crisi di Governo, con un accordo che ancora traballa tra Pd e M5s, i sondaggi politici elettorali hanno avuto un peso forse anche maggiore di quanto si possa considerare nell’opinione pubblica: prima hanno “illuso” Salvini di poter aver vita facile una volta aperta la crisi per andare diretto alle urne e capitalizzare il 40% della Lega; poi il crollo in pochi giorni del Carroccio per le difficoltà impervie in Parlamento, il discorso di dimissioni di Conte e il successivo tavolo di accordo tra Pd e M5s (che ancora stenta a decollare) con i sondaggi che vedevano gli elettori dem intenzionati ad accogliere la proposta di Di Maio. Come sempre però i sondaggi possono differenziarsi anche di molto nel giro di pochi giorni e con rilevazioni di istituti diversi: è questo il caso del sondaggio Izi dove le intenzioni di voto registrate il 23 agosto scorso danno un “polso” assai diverso all’attuale situazione politica. Innanzitutto, Salvini resta ancora ad alti livelli con il 36% orientato delle risposte degli elettori intervistati; il M5s non cresce e anzi resta nello stallo al 16%, il Pd resta invece sulla scia delle Europee tra il 23% e il 24% su scala nazionale.
IZI (23 AGOSTO): PARTITO RENZI QUANTO VALE?
Per quanto riguarda invece gli altri partiti “esclusi” finora dalle dinamiche della crisi di Governo, i sondaggi politici di Izi mostrano un balzo ancora prodigioso di Fratelli d’Italia al 8,1%, in netto distacco rispetto a Forza Italia rimasta ancorata al 6,4% dopo la scissione di Giovanni Toti e la perdita di centralità di Berlusconi nello scacchiere del Centrodestra. Tutto gli altri partiti “riuniti” del centrosinistra-sinistra ad oggi non vanno oltre il 6,1%, mentre quelli satelliti del Centrodestra si fermano all’1,9%: da ultimo +Europa di Emma Bonino che nella crisi di Governo si è distanziata tanto dal Pd, quanto da M5s e Lega e raccogliere ad oggi il 2% dei consensi elettorali. I sondaggi di Izi si sono però soffermati anche su un’altra importante figura di tutta questa anomala crisi di Governo: Matteo Renzi e quella sua mossa politica strategia di rilanciare dialogo con chi l’aveva insultato fino alla sera prima, ovvero il M5s, per evitare il ritorno alle urne e la vittoria di Matteo Salvini. Alla domanda però «Se Renzi si staccasse dal Partito Democratico per fondare un nuovo partito, Lei lo voterebbe?» ad oggi quella mossa politica apprezzata da diversi analisi rimarrebbe tale e non si concretizzerebbe in un ritorno elettorale. Solo il 7,8% ad oggi voterebbe un partito “personale” di Renzi, mentre il 92,2% lo boccia sonoramente non volendone sapere di seguire l’ex Premier ed ex (2 volte) Segretario del Pd.