Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore ha realizzato, in vista delle Elezioni Europee 2024, un sondaggio che coinvolge esclusivamente i giovani italiani tra i 18 e i 35 anni. Il campione è stato composto in totale da mille individui variegati per genere e provenienza geografica. L’obiettivo era comprendere cosa si aspettano per l’Unione Europea del futuro. È emerso che questa dovrebbe essere per il 21% più coesa, per il 16% più inclusiva e per il 13% più efficace nelle decisioni. 



A proposito invece delle priorità che secondo i giovani l’Unione Europea dovrebbe perseguire c’è la tutela dei diritti fondamentali delle persone. Il 31% della popolazione ha segnato questa casella (la domanda prevedeva risposte multiple). La seconda maggiormente spuntata è quella relativa alla lotta ai cambiamenti climatici, alla transizione energetica e alla tutela dell’ambiente. A credere che questi temi siano importanti è il 27% del campione. Infine, nell’ultimo gradino del podio, con un punto percentuale in meno, ci sono i temi sociali come la lotta alla povertà e la riduzione delle disuguaglianze.



Cosa pensano i giovani sull’Ue: sono “nativi europei”

Più in generale, ciò che è emerge dalla rilevazione realizzata da Noto Sondaggi in vista delle Elezioni Europee 2024, è che i giovani sono europeisti e credono nell’Ue, non tanto per valori culturali condivisi ma perché di fatto sono dei “nativi europei”, nel senso che non hanno conosciuto il mondo prima della sua creazione. È per questo motivo che su tanti fronti ragionano con confini sempre meno delineati e il tema dell’istruzione attraverso programmi all’estero ne è un esempio emblematico. 

È da capire però qual è il risvolto della medaglia: in tal senso, a pensare che l’Unione Europea possa avere effetti positivi sull’Italia è il 52% del campione, per cui la maggioranza: di questi il 45% ritiene che i vantaggi siano superiori agli svantaggi, mentre il restante 7% che ci siano punti negativi. Al contrario, il 29%, è dell’idea che  non porti benefici e l’8% che non convenga per nessun motivo: gli aspetti positivi in particolare fanno riferimento alle questioni economiche, con l’accesso ai fondi europei, il mercato unico e la libera circolazione di persone e merci, le critiche invece sono legate alle questioni burocratiche, che rallentano i meccanismi di regolamentazione e decisione.