ROMANIA CON FUTURO INCERTO: GLI ULTIMI SONDAGGI IN ATTESA DELLE CANDIDATURE UFFICIALI
Come ha detto il candidato e fondatore dell’AUR George Simion nell’intervista esclusiva al “Sussidiario”, in gioco alle prossime Elezioni Presidenziali del 4 maggio 2025 vi è la «credibilità della democrazia in Europa». Ed analizzando gli ultimi sondaggi sulle Elezioni in Romania, tale posta in palio è assolutamente avvertita come tale dall’elettorato che ancora attende con ansia che vengano definiti ufficiali i veri candidati Presidente.
Dopo la clamorosa messa in “panchina” del leader vincitore del primo turno delle precedenti Elezioni (annullate poi dalla Corte Costituzionale) nel novembre 2024, Calin Georgescu, gli elettori di destra infuriati attendono di capire quale sarà il candidato o la candidata che ne prenderanno il posto, mentre anche a sinistra il rebus sulla coalizione è tutt’altro che risolto. Martedì 18 marzo 2025 la Suprema Corte della Romania confermerà o meno i nomi approvati dall’Ufficio Elettorale Centrale (BEC), e visti gli ultimi sconvolgimenti contro il candidato anti-UE (e accusato di ingerenze dalla Russia), l’esito delle candidature è tutt’altro che scontato.
Al netto di questo, gli ultimi sondaggi prima del via libera alla campagna elettorale vera e propria vedono l’AUR di Simion in una forbice tra il 35 e il 40%, qualcosa in meno di quanto avrebbe potuto prendere Georgescu sempre secondo le intenzioni di voto di questo inizio marzo, ma comunque bastevole per vincere in “carrozza” il primo turno delle Presidenziali.
Qualora invece la Commissione dovesse bloccare anche la candidatura del Presidente dell’Alleanza per l’Unione dei Rumeni – nonché vicepresidente del partito dei Conservatori in Europa (che comprende FdI di Meloni e il PIS di Morawiecki) – potrebbe avere concrete possibilità Anamaria Gavrila, leader del POT e principale alleato della coalizione della destra conservatrice che avrebbe sostenuto Georgescu al ballottaggio poi annullato dalla Corte.
I sondaggi di AtlasIntel raccolti tra il 13 e il 15 marzo 2025 vedono lo scenario con Gavrila candidata unica del Centrodestra anti-Bruxelles, che potrebbe prendere il 32,5% di voti contro il 27% di Dan (partito liberale) e il 19% di Antonescu, candidato della coalizione di Centrosinistra che sorregge il Governo Ciolacu (leader del PSD). La sfidante di Georgescu al secondo turno mai avvenuti, Elena Lasconi, non andrebbe invece oltre il 4% delle preferenze, davanti solo a Foneriu e Sandru (leader del PUSL).
BALLOTTAGGIO BLOCCO SINISTRA CONTRO LE DESTRE: DAN AVANTI SU SIMION MA RESTA IL REBUS COALIZIONE
In una campagna elettorale che sembra dirigersi sempre più verso uno scontro acceso tra partiti e movimenti anti-sistema europeo e blocco filo-UE – con la Russia di Putin sullo sfondo neanche troppo marginale – il caso Georgescu è la miccia che rischia di aver infiammato un dibattito interno già molto teso dopo l’annullamento dei risultati nel primo turno delle Presidenziali. Cosa e incertezza regnano sovrane, anche vedendo i sondaggi delle Elezioni Romania 2025 espressi sempre da AtlasIntel ma che provano a guardare verso il ballottaggio ipotetico, previsto per domenica 18 maggio.
Ebbene, il rebus qui è doppio: da un lato infatti occorre capire quante forze riuscirà ad attrarre il candidato al posto di Georgescu, che sia Simion, Gavrila o altri: dall’altro è la sinistra di Antonescu e Ciolacu che rischiano di rimanere battuti dal centrista ex Premier Dan e che potrebbero a quel punto coalizzarsi con ruolo di minoranza per non far vincere la destra al secondo turno.
I sondaggi dicono che ad oggi Simion, se fosse il candidato delle destre in Romania, avrebbe un consenso attorno al 46%: per ora, con Dan in campo a sinistra, il 54% dell’elettorato darebbe la vittoria alla coalizione “filo-UE”, ma tutto resta ovviamente appeso agli eventuali risultati del primo turno e soprattutto al peso che i singoli candidati riusciranno ad ottenere con le proprie liste a sostegno.
Con Simion che segue la linea di Georgescu nel denunciare l’interferenza della Commissione UE negli affari e nel diritto di voto del popolo rumeno – come ci ha spiegato parlando di «attacco al diritto del popolo di scegliere i propri leader» – la campagna elettorale che va a delinearsi rischia di essere storica e mai così incerta, con i riflettori di tutta Europa puntati addosso perché quanto succede a Bucarest potrebbe presto avvenire anche in altre capitali europee.
Le accuse di essere filo-russi o comunque contro l’Europa, per Georgescu, Gavrila e per lo stesso Simion, sono una modalità errata di presentare lo scenario politico: sempre dall’intervista esclusiva concessa sulle nostre pagine oggi, il leader dell’AUR ritiene che le accuse di ingerenze russe siano tutta una strategia «per mettere a tacere chi si batte per la sovranità nazionale».