Negli States la vita è tornata alla normalità dopo la pausa estiva e mentre i lavoratori tornano negli uffici e gli studenti rispolverano i libri, entra sempre più nel vivo la corsa elettorale e – di conseguenza – anche i sondaggi elezioni USA: a livello generale (senza riferirci ad uno specifico istituto statistico) dal ritiro di Biden dalle elezioni i Dem hanno recuperato progressivamente terreno grazie all’attuale candidata Kamala Harris; ma la partita con Donald Trump rimane aperta nella maggior parte dei cosiddetti ‘Stati chiave‘ che potrebbero invertire completamente l’esito del voto popolare.



Tra i tanti sondaggi elezioni USA che stanno uscendo nelle ultime giornate post-estate salta all’occhio quello stilato dal Pew Research Center – in collaborazione con il NYT e Real Clear Politics – che ha stilato quella che da noi chiameremmo ‘super media‘ tenendo conto sia degli attuali dati, che di quelli passati: interessante notare come nelle prime fasi della campagna elettorale l’ex presidente repubblicano fosse in vantaggio su Biden di un paio di punti percentuali e – seppur il ritiro non abbia causato stravolgimenti – da inizio agosto il vantaggio è passato nelle mani di Harris che ieri viaggiava sul 48,1% delle preferenze rispetto alle 46,3% per il tycoon.



Lo dicevamo già in apertura e la media dei sondaggi elezioni USA di Pew Research conferma l’incertezza sugli Stati chiave: da un lato ‘The Donald’ si conferma in testa in Arizona, Georgia, Nevada e North Carolaina, mentre la Dem ha conquistato i cuori di Pennsylvania, Michigan e Wisconsin; ma è importante sottolineare che in tutti questi sette terreni di scontro (esclusi gli ultimi due elencati) il vantaggio di uno o dell’altro candidato è di pochissimi punti percentuali e in nessun caso si raggiunge un 50% tondo: chiari segnali che la partita è (a dir poco) ancora aperta.



Sondaggi elezioni USA, quali sono i temi più importanti per gli elettori: dall’economia alle armi, passando per i diritti LGBT

Sempre nella lista dei sondaggi elezioni USA messi a media da Pew Research emergono anche alcuni dati interessanti sulla divisione demografica degli elettori: Trump – per esempio – segna ottimi risultati nell’elettorato maschile, tra i bianchi e nella fascia d’età oltre i 50 anni (con un boom tra gli over 65); mentre dall’altra parte della barricata la Dem piace molto ai giovani – che, è bene ricordarlo, sono i meno affezionati alla politica e coloro che più difficilmente si recheranno alle urne -, alle categorie sociali non ispaniche e a chi ha conseguito una laurea o un titolo superiore.

Sempre grazie a Pew Reserch è possibile anche comprendere quali sono i temi più importanti attorno a cui si giocherà la partite elettorale: in questo caso non si tratta di una media dei sondaggi elezioni USA ma di una rilevazione indipendente basata su poco più di 4mila e 500 elettori che hanno confermato l’importanza di tematiche come (in ordine) la sicurezza, la fecondazione in vitro, la religione, la difesa e l’immigrazione.

Singolare – tra tutti i temi centrali nei sondaggi elezioni USA – che sia i Repubblicani che i Dem mostrano un’importante apertura alla fecondazione assistita, alla sicurezza e alla difesa; mentre per i sostenitori di Trump il tema della transizione di genere andrebbe quasi interamente abolito assieme ai matrimoni tra persone dello stesso sesso così come per i sostenitori di Harris il possesso di armi è un problema per la sicurezza collettiva e il matrimonio non dovrebbe essere uno dei pilastri sociali.