Resta serratissimo il confronto tra Donald Trump e Kamala Harris sul quale si baserà la scelta del prossimo inquilino della Casa Bianca, con i sondaggi elezioni USA che continuano a confermare la Dem in testa rispetto al tycoon seppur con un vantaggio – e questo è il dato chiave – sempre più risicato e che per ora non potrebbe essere sufficiente a determinare la sua vittoria a livello nazionale: tutto si deciderà in base a quanti tra gli Stati chiave in bilico sceglieranno per l’uno o per l’altro candidato e non è un caso che attualmente entrambi si trovino in Pennsylvania; territorio considerato tra i più importanti per spostare il peso elettorale.
Seppur il vantaggio di Harris sia evidente ormai da settimane (almeno da quando ha ricevuto il ticket democratico durante il convention del partito di agosto), sono molti gli analisi e i sondaggisti a ritenere poco attendibili i sondaggi elezioni USA di cui si discute quasi ininterrottamente da diversi mesi a questa parte: c’è chi ritiene che la forbice sia troppo ristretta e quasi sempre entro il margine di errore statistico e chi – invece – preferisce ricordare che il voto popolare sarà quasi del tutto irrilevante nelle elezioni; mentre i cosiddetti ‘Grandi elettori’ per ora sembrano brancolare nella più che totale indecisione.
Sondaggi elezioni USA: le ‘supermedie’ del 7 settembre e il vantaggio dei candidati nei singoli stati
Venendo al succo dei sondaggi elezioni USA, tra ieri ed oggi sono stati parecchi gli istituti che hanno condotto le loro ricerche nella popolazione statunitense e sia il noto Silver Bulletin di Nate Silver che la ‘supermedia’ di 270towin confermano che mentre la Harris viaggia attorno al 49% a livello nazionale, Trump è fermo al 46% con uno scarto di tre punti che – come dicevamo già prima – potrebbe essere anche solamente determinato dal normale errore statistico che (in base all’istituto di riferimento) viaggia tra i 2 e i 3 punti percentuali; mentre dal punto di vista del Guardian – nella sua versione americana – la Dem incassa un vantaggio di 3,6 punti sul tycoon.
Più interessante – soffermandoci sull’ultimo report di 270towin – notare come si divida la forbice dei sondaggi elezioni USA guardando ai singoli stati: Trump sembra contare su di una vittoria quasi certa soprattutto in Ohio (53%), Montana (55), Oklaoma (56), Nebraska (54), West Virginia (addirittura il 61%) e Utah (60); mentre Harris ottiene ottimi risultati altalenanti tra il 50 e il 70 per cento tra California, Maryland, Maine (in tutti e tre i distretti), Vermont, New York e Washington.
Restano in bilico – infine – tutti gli Stati chiave con la Pennsylvania che martedì – a Filadelfia – accoglierà il primissimo dibattito che vedrà i due candidati in un testa a testa (metaforicamente) all’ultimo sangue, con Trump che spera di confermare il successo del dibattito che ha determinato l’uscita di Biden dalla corta elettorale e la Harris che – ovviamente – cercherà di conquistarsi una delle basi collegiali più importanti degli States.