SONDAGGIO – Gli italiani si sono sempre distinti nei momenti del bisogno, a casa nostra come all’estero. Come dice Alessandro Amadori, vicedirettore dell’Istituto Piepoli, “siamo un popolo empatico, che percepisce la sofferenza, la sente propria e si attiva per quanto può”. È sempre stato così, dai terribili terremoti che hanno devastato vaste aree del nostro paese a tragedie come il crollo del Ponte Morandi a Genova. E non mancano, gli italiani, di far sentire la propria empatia al popolo ucraino, ai civili, alle famiglie che cercano scampo dalle bombe e dalle atrocità della guerra. Accanto a tutto questo, però, serpeggia una grande paura: ben l’80% teme infatti un allargamento del conflitto al di là dell’Ucraina, mentre il 72% è fortemente preoccupato per le ripercussioni economiche sulla nostra economia.
Che posto occupa la preoccupazione per la guerra in Ucraina tra i cittadini italiani?
L’Istituto Piepoli conferma che il conflitto in corso è in testa alle preoccupazioni degli italiani. Entrando nel dettaglio, possiamo dire che l’immaginario italiano è fatto di un triplice sentiment: c’è una componente di empatia forte, di vicinanza emozionale alle tante persone che stanno soffrendo in Ucraina. Va detto che l’Italia si caratterizza da sempre per essere un paese empatico: gli italiani entrano facilmente in consonanza quando ci sono fenomeni così profondi di sofferenza individuale e collettiva.
Che percentuale di italiani vive questo stato d’animo?
Il 72%. Un secondo sentimento vissuto dagli italiani è la preoccupazione per lo scenario economico e sociale complessivo. Dopo due anni di pandemia, si sperava in una solida ripresa economica, c’era il desiderio di poter tornare alla vita, in particolare a una produzione economica di livello precedente alla crisi. La guerra preoccupa molto gli italiani anche su questo fronte caldo, dai costi per le aziende alle incertezze familiari, fino alla riduzione dei flussi commerciali.
E quanto è sentita invece la paura che la guerra possa estendersi al di fuori dei confini dell’Ucraina?
La percentuale è alta, tocca l’80% dei cittadini italiani. Su questo punto prevale però un orientamento pacifista da parte degli italiani.
Ci spieghi.
La maggior parte dei cittadini è per la soluzione diplomatica: pur mantenendo una forte solidarietà umana con l’Ucraina, gli italiani ritengono come sia doveroso muoversi con estrema prudenza, perché c’è il timore che possa scoppiare un incendio molto più drammatico dell’attuale.
In pratica i cittadini sono abbastanza vicini alla posizione del governo Draghi?
Sì, si può dire così.
L’intervento militare russo come viene giudicato? Sui social si leggono posizioni molto diverse, non sono pochi quelli che danno la colpa della guerra al presidente ucraino Zelensky.
A larga maggioranza gli italiani sono sfavorevoli a chi ha mandato l’esercito ad attaccare l’Ucraina, infatti il 75% degli italiani attribuisce la colpa della guerra all’intervento militare russo. È vero tuttavia che c’è una quota, intorno al 25%, che riconosce le ragioni che hanno mosso Putin, anche se ovviamente nessuno è a favore della guerra. La maggiorana degli italiani incolpa della situazione chi ha iniziato il conflitto.
(Paolo Vites)
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