La Lega nei sondaggi politici di questi giorni è ancora saldamente primo partito raccogliendo il 30-33%, in ascesa anche il Pd, che sfruttando la scia della vittoria in Emilia-Romagna risale al 19-21%, mentre il M5s non riesce a frenare la caduta al 12-14%. E per la prima volta viene sostanzialmente raggiunto da Fratelli d’Italia (11-13%), il cui trend positivo continua, graduale ma inesorabile. Quanto agli altri partiti, Forza Italia registra una live discesa, attestandosi tra il 5% e il 7%, mentre Italia Viva di Renzi non si schioda dalla forchetta 3-5%. Azione di Carlo Calenda stabile tra l’1 e il 2%, LeU/Articolo 1/Mdp/La Sinistra vale tra l’1 e il 3%, +Europa non va oltre l’1,5%. L’ultima mappa sulle intenzioni di voto del sondaggista Renato Mannheimer (Eumetra MR) consegna comunque un ampio vantaggio al centrodestra (49,5%) sul centrosinistra, mentre il gradimento del governo resta stabile. E tra i leader, la popolarità di Salvini non ha al momento rivali.



Che cosa spinge nei sondaggi la Meloni e Fratelli d’Italia?

L’ascesa di FdI è molto robusta e fin qui continuativa nel tempo. Parlando da un punto di vista comunicativo, il partito attrae non solo un pubblico di destra, ma anche elettori moderati, più attento alle questioni di contenuto e programmatiche e che non apprezzano fino in fondo i toni e i modi usati nell’ultima campagna elettorale da Salvini, che comunque conquista con grandi capacità un suo pubblico.



A livello di gradimento Giorgia Meloni insidia Salvini?

Giorgia Meloni è molto brava a presentare i suoi contenuti e il suo programma, sa entrare nel merito dei problemi concreti. Però è molto difficile insidiare Salvini. Recentemente ho condotto un sondaggio su chi è la persona che fa più del bene al prossimo in Italia. Naturalmente al primo posto si è piazzato il Papa, ma al secondo è stato indicato Salvini, seppure a debita distanza. Questo dimostra la popolarità di cui il leader della Lega gode.

La Lega mantiene un largo vantaggio nei sondaggi, restando sopra il 30%. Ma Salvini sembra aver perso il tocco magico. E’ così?



La Lega ha già guadagnato molto e adesso i toni forti non fanno breccia, perché hanno sempre necessità di trovare un nemico, come l’immigrazione. In questo momento non se ne trovano, perché Conte sta adottando una politica di governo “grigia”. Forse Salvini ha raggiunto un livello da cui comunque può anche tornare a crescere, ma ha sicuramente perso la sua grande occasione ad agosto.

A proposito del governo, come si muove il trend del consenso per Conte?

Presto faremo nuove rilevazioni, ma non credo in una grande salita, piuttosto mi attendo una stasi, in linea con la stessa strategia del governo. Poi vediamo cosa succederà con la partita sulla prescrizione, ma non penso che il governo cadrà.

Il Pd sembra aver ritrovato un po’ di smalto nei sondaggi dopo il voto in Emilia-Romagna, ma l’inazione del governo può frenarlo di nuovo?

Assolutamente sì. E poi il Pd continua a essere lacerato da contraddizioni interne, che sono state un po’ sopite dopo la vittoria, fortunata, in Emilia-Romagna e che Zingaretti riesce bene a tenere a freno. Ma non mi aspetto una ulteriore crescita del Partito democratico.

Sono consensi ancora volatili, in attesa di conferme?

Tutto l’elettorato italiano è volatile e cambia spesso idea in vista delle elezioni.

Il M5s non riesce a frenare la sua caduta. Manca una leadership forte o gli italiani hanno scoperto l’inganno, cioè che il Movimento è di lotta ma non di governo?

Pesano entrambe le ragioni, anche se la seconda un po’ di più. Fra gli elettori del M5s si registra una crescente delusione, perché ai loro occhi il Movimento sembra aver abbandonato via via le tematiche identitarie su cui aveva costruito la sua immagine politica. E’ un po’ come se avesse abbandonato la spinta iniziale. Ma nel contempo si sente anche l’assenza di una leadership forte: i tempi di Grillo sono lontani.

Sulla prescrizione Renzi sta giocando una partita decisiva per la visibilità di Italia Viva. I sondaggi però non sembrano premiarlo. Perché?

Renzi si è appena mosso, non è presente sui media quanto altri leader politici e poi una posizione di centro raccoglie nell’immediato meno voti di una posizione più marcata, a sinistra o a destra. Vedremo. Certo è che i temi fin qui affrontati da Renzi sono un po’ complicati: dal grande piano shock per gli investimenti che ha proposto qualche mese fa alla stessa prescrizione. E’ un argomento tecnicamente difficile, che non interessa l’opinione pubblica, non smuove l’attenzione.

Dopo l’ennesimo dato negativo sulla produzione industriale, oggi la partita sul consenso si gioca soprattutto sui temi dell’economia e del lavoro?

Si è sempre giocato su questi temi. Se si mettono in graduatoria le preoccupazioni degli italiani, economia e lavoro sono largamente in testa, ben più delle varie prescrizioni o dell’immigrazione e anche della sicurezza.

Fa bene allora il governo, con l’annunciata intenzione di riformare l’Irpef, a cimentarsi su un tema molto sentito come quello delle tasse?

Bisogna vedere che cosa partorirà il governo. Se con la riforma dell’Irpef qualche milione di italiani più disagiati riuscisse a mettersi in tasca qualche euro in più, sicuramente la cosa sarebbe apprezzata dall’elettorato. Ma sarà necessario tenere ben presenti gli effetti sul bilancio pubblico e capire se aumenterà o no l’Iva: un incremento dell’Iva sarebbe disastroso per l’economia e per l’impatto sull’opinione pubblica.

Nei prossimi mesi si voterà in sei regioni. Il centrodestra continua a essere in vantaggio?

Le sei regioni sono molto diverse tra loro, la Toscana è un conto, la Campania o la Puglia un altro. Di sicuro si può dire che a livello nazionale il centrodestra è ancora ampiamente davanti.

(Marco Biscella)