Dopo il voto in Emilia-Romagna e in Calabria non si registrano grossi cambiamenti elettorali tra le forze politiche. Secondo l’Istituto Piepoli la Lega mantiene saldamente la leadership con il 30%, seguita dal Pd che guadagna qualcosa toccando il 20%. Quindi 5 stelle che a livello nazionale si mantengono, come ci ha detto in questa intervista Nicola Piepoli, un partito di massa “come lo è ogni partito a due cifre”, intorno al 15% e come lo è Fratelli d’Italia stabile al 10%. Interessante è però il cambio di vertice che secondo Piepoli ancora non si è realizzato come invece danno altri istituti, ma è probabile accada: Giorgia Meloni davanti a Matteo Salvini e quindi leader di un centro destra che ancora non si è coalizzato.



Cominciamo dalle massime autorità dello stato, Mattarella e Conte: sono in leggera discesa è vero?

Noi li vediamo piuttosto stabili, soprattutto il capo del governo: non c’è nulla di nuovo “sotto al Conte”. Seriamente, ci sono normali oscillazioni, ma è stabile al 45% mentre il presidente della Repubblica perde tre punti, passando dal 60 al 57%.



C’è chi dà Giorgia Meloni davanti a Matteo Salvini: anche voi? E’ vero? A cosa è dovuto?

Non è vero, al momento Salvini è al 32% contro il 31% della Meloni, ma è probabile che succeda. La Meloni sta acquistando mano a mano la figura del vero leader del centrodestra.

Questa è una grossa novità, è così?

No, non è una novità così grossa. Il problema era che lei è una donna, ma questo problema di genere lo ha superato molto bene in un partito che non ha certo tendenza femminista. Non possiamo dire che Fratelli d’Italia sono femministi sfegatati, eppure lei è riuscita a imporsi come leadership personale ritenuta valida dagli elettori di destra.



Quali sono i temi forti che uniscono o dividono l’elettorato di centrodestra,  quali flussi interni? I voti acquistati da Fratelli d’Italia, ad esempio, provengono da Forza Italia?

Entro determinati limiti perché Fratelli d’Italia non è Forza Italia e tanto meno la Lega. E’ come se fossero tre pianeti diversi. Di questi pianeti la vera destra è rappresentata dalla Meloni che tende ad acquistare maggiore spazio. Parte da una base non elevata e si mantiene in coordinate simili a quelle che erano di Alleanza Nazionale, non è che la tipologia degli elettori sia diversa.

Raccolgono anche voti di chi non andava più a votare?

Il concetto è dare maggiore motivazioni ad alcuni elementi agnostici e minor motivazione a elementi che avevano avuto punte di Salvinismo. E’ un normale flusso di elettori, nulla di imprevisto.

I 5 stelle a quanto sono dati? Li ritenete in crisi?

Noi li diamo in crisi ma sono sempre un grande partito. Recentemente dopo il voto regionale sono comparsi a un solo numero percentuale, dal punto di vista nazionale sono sempre un partito a due cifre quindi di massa. Se superi il 10% sei un partito di massa, passati  dal 16, 5 al 15, 5% perdendo un punto nelle ultime due settimane.

Quel 64% di votanti in Emilia-Romagna è un caso regionale o potrebbe avere un valore nazionale?

E’ una percentuale alta in elezioni regionali. Questo indica che c’è una base di italiani che vuole votare perché motivata, una base più forte che in altri paesi. In Italia c’è sempre stata questa base, a volte è andata persa ma nella maggioranza dei casi gli italiani vanno a votare.

Avete provato una composizione virtuale del Germanicum? Come lo commenta?

Il metodo elettorale è buono bisogna vedere se produce governi stabili e lo si vedrà solo dopo il voto reale. Creare dei governi che governino, che diano situazioni di governabilità. In questo momento non essendoci coalizioni siamo in uno stato di ingovernabilità. Gli italiani amano non fare gruppo, il singolo domina rispetto al noi, al bene comune. In una democrazia il noi dovrebbe prevalere sull’io.