LA SUPERMEDIA YOUTREND DEI SONDAGGI POLITICI: CALO FDI, BALZO DI SALVINI VERSO IL 9%, PD SOPRA DI 12% SU CONTE

A due giorni dalle Elezioni Regionali in Liguria la Supermedia YouTrend con tutti i sondaggi politici nazionali della settimana sorride ancora per il Centrodestra a guida Meloni, lasciando invece al “campo largo” le difficoltà di una coalizione che al momento esiste solo a livello locale ma che non riesce a trovare la “quadra” per svariati motivi, veti interni e difficoltà degli stessi partiti (da ultimo, l’ormai scissione in casa M5s fra Conte e Grillo). Osservando i dati elettorali sulle intenzioni di voto nazionali – ricordiamo che non sono ammessi sondaggi politici sul voto delle Regionali liguri, occorre attendere gli exit poll in arrivo lunedì 28 ottobre pomeriggio – emerge un lieve calo di Fratelli d’Italia ampiamente “ammortizzato” (con gli interessi) dalla Lega di Salvini che in una settimana guadagna netto lo 0,5% nei consensi.



La Supermedia realizzata come sempre a fine settimana da YouTrend per AGI comprende a questo giro i sondaggi politici condotti negli ultimi 7 giorni da Demopolis (interviste pubblicate il 23 ottobre), Eumetra (17 ottobre), Euromedia (15 ottobre), Noto (22 ottobre), Quorum (21 ottobre), SWG (14 e 21 ottobre) e Tecnè (12 e 19 ottobre). Ebbene, da questi sondaggi politici “mediati” emerge FdI che scende al 29,4% con lo 0,3% in meno rispetto alla Supermedia di due settimane fa: divario ancora abissale con il Pd di Schlein, che sale al 23,1% e resta comunque ampiamente davanti ai rivali-alleati del M5s, stabili attorno all’11,4% dopo l’ulteriore “puntata” sulla lite interna che vede ora il licenziamento di Grillo da Garante dei 5Stelle. Dicevamo del Carroccio, con il processo Open Arms che ormai attende una sentenza a dicembre e che fa per il momento crescere Salvini nei sondaggi politici fino all’8,7% (+0,5% netto), avvicinandosi a Forza Italia di Tajani che a sua volta sale fino al 9,5%. Chiudono i sondaggi politici mediati da YouTrend, oltre al 6,5% di AVS, le formazioni centriste in costante crisi di consensi e identità: Azione di Calenda fermo al 2,8%, Renzi cala al 2,2%, PiùEuropa all’1,8% mentre Noi Moderati di Lupi – che ha appena accolto nel partito le “esuli” di Calenda, da Gelmini a Carfagna fino a Versace – non va oltre lo 0,9%.



CENTRODESTRA ANCORA AL TOP NEI SONDAGGI POLITICI SULLE COALIZIONI: IL BANCO DI PROVA ALLE REGIONALI 2024

Sempre interessante infine il dato che emerge sule coalizioni, altro punto di osservazione colto dai sondaggi politici nella Supermedia YouTrend aggiornata al 24 ottobre 2024: in primo luogo, il Centrodestra al Governo da due anni esatti ha addirittura guadagnato consensi rispetto alla vittoria nelle Politiche 2022, così come al momento del giuramento un mese dopo. Ad oggi la coalizione che comprende FdI, Lega, FI e Noi Moderati vale il 48,4%, risultato più ampio di 4 lunghezze rispetto alla nascita del Governo Meloni: nonostante le difficoltà, le tensioni interne, i tanti dossier “caldi” (da ultimo, lo scontro con la magistratura sul caso “migranti Albania”), il Centrodestra tiene ancora botta, complice un’opposizione che stenta a decollare.



Le Elezioni Regionali in Liguria 2024, con la sfida Bucci-Orlando probabilmente fino all’ultimo voto, rappresenta un banco di prova importante per il “campo largo progressista” che punta al tris di vittorie in questa fine 2024: Emilia Romagna e Umbria sono ampiamente “giocabili” per un Centrosinistra alla ricerca di un’unità che appunto permane solo a livello locale, non dovunque e non con tutte le forze assieme. Sul terzetto di Regionali il M5s di Conte ha infatti imposto (e ottenuto dal Pd) di escludere Renzi e i centristi dalle liste: i sondaggi politici al momento sembrano smentire il “veto” contiano in quanto il “campo largo” che comprende Dem, 5Stelle e AVS non otterrebbe più del 42,6% secondo quest’ultima Supermedia. I 6 punti di distacco potrebbero in parte essere colmati dal 5% in dote ad oggi al Terzo Polo liberale secondo i sondaggi, sebbene anche lì all’interno non vi sia alcuna direzione unica d’intenti. Una vittoria di Orlando lunedì non cambierebbe ovviamente nulla dell’asseto politico nazionale ma potrebbe dare una spinta in più al “campo largo” per provare a puntare la strada della coalizione progressista; viceversa, una sconfitta darebbe all’ala centrista-riformista l’appiglio per poter rivendicare l’assoluta necessità di comporre un campo sempre più “largo” superando i veti del M5s.