MELONI VOLA, SCHLEIN A -12%, CONTE STABILE: I SONDAGGI POLITICI DI PIEPOLI SULLA FIDUCIA NEI LEADER…

Nel giorno in cui tra vertice di maggioranza e CdM il Governo Meloni torna in pianta stabile al centro dell’agire politico dopo la ripresa, la Presidente del Consiglio può “festeggiare” i tre mesi decisivi della corsa verso la Manovra con dei sondaggi politici personali tutt’altro che malvagi. Dalla vittoria alle Europee 2024 si è ormai consolidato un solido vantaggio tanto di FdI nelle intenzioni di voto (come abbiamo visto bene ieri in questi sondaggi politici, ndr) tanto nella stessa Giorgia Meloni come consenso personale.



E così osservando per bene i sondaggi politici condotti da Piepoli e ripresentati ieri da Omnibus su La7 alla vigilia del CdM si scopre che la leader di Fratelli d’Italia conduce le “danze” con il 43% dei consensi dando almeno 10 punti di distacco da tutti gli altri leader politici. Sebbene in calo dell’1%, il divario della Premier Meloni su Tajani – vicepremier e responsabile di Forza Italia – resta comunque del 10%: dietro al 33% del Ministro degli Esteri troviamo nei sondaggi Piepoli il tandem del “campo largo” Giuseppe Conte e Elly Schlein, entrambi al 31% appena davanti a Matteo Salvini della Lega con il 29%. Chiudono la particolare “classifica” dei consensi personali il n.1 di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni al 22%, pari con il collega in AVS Angelo Bonelli, 20% per Carlo Calenda appena davanti a Maurizio Lupi con il 17%, Matteo Renzi con il 16% e il segretario di PiùEuropa Riccardo Magi al 15%.



… E I SONDAGGI POLITICI DI IPSOS SENZA FIDUCIA NEI PARTITI

Se da un lato dunque i consensi per i leader anno ancora breccia negli elettori, non si può dire lo stesso per i partiti politici: i sondaggi politici presentati in esclusiva al “Sussidiario” da Enzo Risso, direttore scientifico del centro demoscopico Ipsos, danno uno bel “bagno di realtà” alle forze politiche dopo il già inquietante flop affluenza alle ultime Elezioni Europee 2024.

Vi è un 18% di elettori italiani intervistati che dice di avere ancora fiducia nei partiti e nella politica, mentre un 72% complessivo dice di non averne più/mai avuta. Solo il 10% restante dice di non sapere e non volere rispondere, ma l’allarme astensione nasce proprio da questa sfiducia generale: se si entra nello specifico di tali sondaggi politici, si scopre che solo il 39% degli intervistati che ha bocciato i partiti ritiene che abbia senso ancora andare a votare, con voti molto bassi sulla fiducia nel funzionamento delle Elezioni (24%) e della democrazia (30%). Ai leader va meglio? Ecco mica troppo: anche qui un 71% ritiene che anche chi guida i partiti non abbia tutte le “carte in regola” per ottenere la fiducia dell’elettorato. Insomma, la situazione si fa seria ed è responsabilità della politica (non solo nei sondaggi) di recuperare fiducia e senso delle istituzioni.