SISTEMA SANITARIO, LA CLASSIFICA DELLE REGIONI NEI SONDAGGI POLITICI DEL MINISTERO DELLA SALUTE: NORD AL TOP (TRANNE AOSTA), ALLARME SUD

In uno dei temi più caldi e cari per l’elettorato – la qualità complessiva della sanità a livello nazionale e regionale – continuano a permanere difformità molto nette nei macrodati del Ministero così come nei “sentiment” dei cittadini: come mostrano i sondaggi politici i YouTrend – con dati del Ministero della Salute raccolti nel 2024 ma riferiti all’anno 2022 – a parte la Valle D’Aosta, il Centro-Nord Italia ottiene punteggi standard molto alti, mentre scatta l’ennesimo allarme rosso su diverse Regioni del Sud.



Con punteggi dati dai sondaggi effettuati presso cittadini e aziende ospedaliere (da 0 a 100 per i livelli minimi essenziali su aspetti distrettuali, ospedalieri e di prevenzione), l’Emilia Romagna a guida Bonaccini-Pd, il Veneto e la Lombardia a guida Centrodestra-Lega con Zaia e Fontana, e anche la Toscana a guida Giani-Centrosinistra rappresentano i migliori livelli sui sistemi sanitari in Italia. Con punteggi tutti tra il 96 e il 94, le 4 Regioni del centro-Nord eccellono praticamente in tutti gli aspetti: seguono appena dietro il Trentino, il Piemonte, l’Umbria, ma anche le Marche. Uno “spread” importante divide poi le prime Regioni dal resto d’Italia sulla qualità della sanità: secondo i sondaggi politici mostrati da YouTrend, Lazio, Liguria, Puglia, Friuli, Basilicata e Alto Adige rappresentano giudizi comunque positivi dai cittadini. Malissimo la Valle D’Aosta che ha tutte e tre le aree sotto il livello di sufficienza (60 punti), male anche la Sardegna con ambito distrettuale e di prevenzione sotto standard, idem per la Calabria, mentre per la Campania l’aspetto distrettuale è nettamente sotto media.



SANITÀ ED AUTONOMIA, COSA DICONO GLI ULTIMI SONDAGGI POLITICI

Dai sondaggi politici mostrati emerge una netta differenza tra come il sistema sanitario viene gestito a livello locale per il Nord e la maggior parte del Sud (si salvano solo Puglia, Basilicata e Abruzzo, quest’ultimo però definita nell’aspetto della prevenzione): secondo i sostenitori a sinistra del referendum abrogativo contro la Legge Calderoli, la riforma dell’Autonomia differenziata aumenterebbe i divari su varie materie come ad esempio la sanità, ampliando il divario già esistente.

Al contrario, i sostenitori della riforma sull’Autonomia – e che quindi in un ipotetico referendum punteranno a non far alzare il quorum – ritengono che proprio la legge Calderoli del Governo Meloni aiuterà a risolvere molte delle disparità esistenti, responsabilizzando le regioni che opteranno per l’Autonomia e anche quelle che dovranno poi confrontarsi con i livelli più alti delle prestazioni offerte in altri territori. Al netto dell’ultima forte contestazione lanciata dalla Sardegna della grillina Todde – che ha impugnato la legge sull’Autonomia davanti alla Consulta – che già ha trovato il Veneto di Zaia a replicare con la contro-impugnazione, il tema della sanità evidenziato dai sondaggi politici del Ministero dice molto che la situazione sulla sanità deve e non di poco migliorare in tutto il Paese. Gli ultimi sondaggi raccolti il 18 agosto scorso da Lab21.01 vedono abbassarsi ancora il quorum dell’eventuale referendum del “campo largo”, con solo il 39% che vorrebbero andare a votare (di cui la maggioranza per opporsi all’Autonomia differenziata).