PD ANCORA KO, -7% DA FDI NONOSTANTE FLESSIONE MELONI: I NUOVI SONDAGGI POLITICI DEL TERMOMETRO
Da Prodi a Gentiloni, da Bonaccini e Guerini e Ruffini, fino ora anche a Pina Picierno: le voci in disaccordo con la linea Schlein dentro il Pd si scatenano in questi giorni convulsi di dibattiti interni ed europei sul piano di riarmo: gli ultimi sondaggi politici realizzati dal “Termometro Politico” – con interviste raccolte tra il 12 e il 13 marzo 2025 – non fanno che confermare la crisi interna di un Partito Democratico che non cresce più, che si fa prendere consensi (anche se “limitati”) dagli alleati nel “campo largo progressista” e che soprattutto non approfitta della flessione al vertice di Fratelli d’Italia.
I sondaggi politici raccolti dal Termometro restituiscono l’idea di una sostanziale fatica di tutti i partiti nel convincere l’elettorato a fidarsi della proposta politica quando dominano in questo momento le tematiche estere, dalle guerre a piani di “riarmo” fino alle minacce costanti alla sicurezza e difesa europea. FdI rimane il primo partito del Paese ma registra il terzo calo consecutivo nelle intenzioni di voto del Termometro Politico: ad oggi vale il 29,1%, rimanendo nettamente davanti al Pd di Schlein, appunto in crisi e fermo a quota 22,1%.
Risale il M5s di Conte, approfittando del posizionamento anti-Ue e anti-riarmo: l’11,7% è il dato maggiore nei sondaggi politici del Termometro da inizio 2025, mentre alle sue spalle la coppia Salvini-Tajani prosegue nel sorpasso e controsorpasso rimanendo appena sotto quota 9%, sia per la Lega che per Forza Italia. A chiudere i sondaggi politici nazionali ci pensano l’AVS di Bonelli e Fratoianni ancora al 6,2%, il doppio dei consensi di Calenda con Azione e quasi il triplo di Renzi con Italia Viva (2,3%): chiudono il “borsino” dei partiti PiùEuropa di Bonino all’1,9% davanti al partito di Marco Rizzo (sempre più vicino alle tesi del generale Vannacci, ndr), a De Magistris e Maurizio Lupi con Noi Moderati all’1,3%.
DICIOTTI & MIGRANTI, LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE NON CONVINCE GLI ITALIANI
Rimanendo sempre nella sfera dei sondaggi politici raccolti dal Termometro Politico a fine della scorsa settimana, gli elettori intervistati hanno dovuto dare un giudizio netto sull’operato fin qui della Presidente del Consiglio, tenuto conto anche gli ultimi complessi posizionamenti sugli scenari internazionali in rapida evoluzione: resta una fiducia sostanziale quella che viene restituita alla Premier Giorgia Meloni, con il 27,8% molto fidelizzato, il 14,6% comunque disposti a rivotare/votare FdI e in generale il Centrodestra.
Vi è invece un 9,2% che si fida “poco” del Governo Meloni, mentre il 48% di detrattori permane nell’opporsi nettamente al Centrodestra da ormai due anni e mezzo fissato a Palazzo Chigi. È proprio su una particolare “opposizione” ad uno temi chiave dell’esecutivo di Meloni & Co. che si staglia una delle domande di maggiore attinenza politica recente, formulata dall’analisi demoscopica del Termometro.
Dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha obbligato lo Stato a risarcire i migranti salvati nel 2018 (allora Governo Conte con M5s e Lega) dalla nave “Diciotti” della Guardia Costiera: vi è un netto 42,7% che ritiene tale sentenza un errore clamoroso di giustizia italiana «che andrebbe riformata», addirittura ritenendolo l’ennesimo «attacco di una maggioranza giudiziaria ideologica e schierata per l’immigrazione selvaggia». Il 34% degli intervistati nei sondaggi politici del 13 marzo 2025 ritengono invece giusta la condanna perché il blocco a bordo della Diciotti avrebbe violato le dignità delle persone, con il 12% invece indignato che il risarcimento sia così alto (40mila euro a testa) e che questi sbarchi continuano ancora dal Nord Africa ma che andrebbero fermati sul nascere.