La riforma dell’Autonomia differenziata, approdata alla Camera, prevede un iter lungo e la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), aspetto molto complesso e controverso. Nel frattempo, gli italiani potranno approfondire il tema, visto che i sondaggi politici testimoniano una conoscenza superficiale della questione. A scattare la fotografia è Ipsos per Corriere della Sera, rilevando che solo il 13% dichiara di aver seguito con attenzione l’attuale proposta di legge, invece il 29% ne ha qualche notizia. Il 34% l’ha solo orecchiata, senza capirne bene il contenuto o non ne ha mai sentito parlare nel 24% dei casi.



Tra gli elettori, quelli del Pd sono i più attenti e informati, a seguire quelli di Lega, Forza Italia e Terzo Polo, mentre gli elettori di Fratelli d’Italia e M5s sono quelli meno al corrente della riforma dell’Autonomia differenziata. In ogni caso, la riforma divide l’opinione pubblica sui suoi principali contenuti. Ad esempio, il 47% condivide il fatto che la riforma porterebbe un miglioramento nella qualità di governo regionale, visto che consente di trattenere le imposte a livello locale. Ma solo il 14% è molto d’accordo, il 33% lo è abbastanza.



SONDAGGI POLITICI, A SUD TIMORI SU AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Lo stesso accade per l’introduzione di uno standard nei costi dei servizi che produrrebbe un risparmio: il 43% è d’accordo, solo il 12% molto d’accordo. Percentuali simili, spiega Pagnoncelli di Ipsos sul Corriere della Sera, si trovano anche riguardo gli aspetti considerati negativi dell’Autonomia differenziata. Ad esempio, il 48% condivide l’idea che la riforma causerebbe differenze non accettabili in servizi essenziali come sanità, istruzione, trasporti. Per il 47% aggraverà le differenze già esistenti tra le regioni. Più alta la percentuale di chi condivide molto queste negatività: in entrambi i casi siamo sul 24%. Le valutazioni si dividono in modo equo tra sostenitori e detrattori, ma questi ultimi sono più convinti dei rischi della riforma. A livello territoriale, il Nord condivide di più gli aspetti positivi, il Sud quelli negativi.



In mistura consistente emergono al Nord la condivisione degli aspetti negativi, al Sud in misura meno forte ma non irrilevante, invece, l’apprezzamento degli aspetti positivi. Più nette le divisioni se si tiene conto degli orientamenti politici. Ci sono dubbi riguardo il fatto che l’approvazione definitiva dell’Autonomia differenziata possa migliorare le cose nella propria regione. I sondaggi politici, nello specifico quello Ipsos per il Corriere, evidenzia che il 33% ne è convinto, mentre per il 23% non cambierebbe molto, per il 24% la situazione peggiorerebbe. Le differenze sono quelle già emerse: più positivi, ma con perplessità, al Nord, più negativi al Centrosud. Solo in Puglia, Basilicata, Calabria e nelle Isole prevale l’idea del peggioramento. L’approvazione della riforma è risicata e senza entusiasmi: il 41% è favorevole (ma solo il 6% lo è molto, il 35% abbastanza), invece il 32% è contrario.