Come ogni giovedì oltre ai sondaggi Emg l’attualità politica viene “commentata” dall’ultima supermedia YouTrend-Quorum per Agi sui principali sondaggi politici della settimana in corso: anche qui la Lega vede subire un lieve “stop” dopo le polemiche sui casi Segre e “sardine” che non inficia però nel vantaggio sostanziale del Centrodestra contro le forze di Governo (50,4% contro 42,9%). Per Salvini il dato si abbassa al 33,1%, -0,3% rispetto a sette giorni fa; al secondo posto troviamo il Pd al 19,3%, un netto +0,6% nella settimana del rilancio con la kermesse di Bologna e la crescita del peso dem all’interno del Governo giallorosso. È invece crisi nera per il Movimento 5 Stelle che al 16,4% perde un netto 1,1% nella supermedia YouTrend; chi invece al contrario guadagna ancora voti e consensi è Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, salita fino al 9,5%. In salute ancora Forza Italia (7,0%, +0,2), appena più sotto Italia Viva di Renzi al 5,1%, mentre restano in fondo alle intenzioni di voto la Sinistra 2,2%, +Europa all’1,8% e Verdi 1,7%. Il nuovo “Azione” di Carlo Calenda ancora non era nato ufficialmente per essere inserito nel sondaggio proposto agli elettori intervistati dei principali istituti demoscopici.
EMG (21 NOVEMBRE): 60% BOCCIA ALLEANZA PD-M5S
Al Pd converrebbe avere il M5s in alleanza nelle prossime Elezioni Regionali? Alla domanda posta in questi termini nei sondaggi politici Emg Acqua – che si riferisce all’Emilia Romagna ma può tranquillamente essere allargato anche alla contemporanea tornata elettorale in Calabria – il 59% degli elettori è convinto che sia dannoso il patto civico giallorosso già visto in Umbria e al Governo nazionale, mentre solo il 20% ritiene che Bonaccini debba aver bisogno dei voti grillini per poter vincere contro il Centrodestra della Borgonzoni. Nelle pieghe dei singoli partiti, il 68% degli elettori Pd ritiene che l’alleanza col M5s sia da scartare, mentre il dato scende al 45% se si pone la domanda all’inverso per gli elettori 5Stelle. Nel frattempo, sempre gli stessi sondaggi Emg hanno posto un’altra fatidica domanda in merito alle prossime Regionali emiliane: le cosiddette “sardine” saranno in grado di dare un aiuto politico a Bonaccini contro il patto Lega-FdI-FI oppure sono destinate all’irrilevanza? Per il 46% il movimento nato in piazza contro Salvini è destinato a spegnersi in fretta, mentre il 40% è convinto che la mobilitazione popolare su Facebook possa seriamente spostare voti e far perdere il Centrodestra.
SONDAGGI EMG (21 NOVEMBRE): CRISI M5S “COLPA” DI LEGA E PD
Una domanda non banale e dall’attualità strettissima è quella apparsa tra i tanti sondaggi politici di Emg esposti stamani da Fabrizio Masia su Rai3: la crisi del M5s, davvero, da dove ha origine? Agli elettori intervistati è stata rivolta la questione delle costanti sconfitte in tutte le ultime tornate elettorali (e oggi col voto su Rousseau si chiede se partecipare o meno in Emilia Romagna e Calabria, non un bel segnale dal punto di vista politico, ndr), con il calo del Movimento 5 Stelle sia in consenso nazionale che locale fin alle stesse fiducia nei principali leader. Ebbene, per il 24% degli elettori di ogni colore politico, la colpa è dell’alleanza prima con la Lega e ora con il Pd, mentre il 22% ritiene che siano le scelte di Governo a far crollare la fiducia nei 5Stelle. Il 15% reputa errore solo l’alleanza con i dem nel Conte-2, mentre il 13% rinnega l’accordo del governo gialloverde con Salvini; da ultimo, il 10% dà la colpa alla leadership di Di Maio, Casaleggio e Casalino. Rivolgendo la medesima domanda ai soli elettori M5s invece, il 29% è convinto che la madre di tutti gli errori sia l’accordo trasversale prima con la Lega e poi con il Pd; il 14% dà colpa scelta di governo, il 20% addirittura all’alleanza attuale con Zingaretti e Renzi mentre il 13% a quella con Salvini; l’11% non perdona la leadership con la quale viene gestito oggi il Movimento 5 Stelle.
EMG (21 NOVEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO
E come ogni giovedì è il tempo dei sondaggi politici Emg presentati ad Agorà: la crisi di Ilva e il caso Mes al momento affossano “solo” il M5s e Renzi, mentre sul fronte Governo Conte-2 è il Pd a rimanere non condizionato né affossato dalle dinamiche interne della maggioranza e dalle problematiche dell’attualità politica. Guardando le intenzioni di voto presentate stamattina resta però il generale calo del Centrodestra, a sorpresa, visto che di grandi problematiche non ne ha vissute nell’ultima settimana: Lega giù dello 0,4% e ferma quindi al 32,6%, Fratelli d’Italia perde uno 0,3% (scende al 9,5%), rosicchiati tra l’altro da Forza Italia di Berlusconi che risale al 7,7% dopo il 7,4% della scorsa settimana. La campagna elettorale cominciata in Emilia Romagna, la vera novità della settimana passata, ha portato in piazza il movimento “apparentemente” a-politico delle “sardine” che qualche punticino ha fatto perdere in consenso alla coalizione a guida Lega. Nel frattempo, le stesse proteste di piazza non portano voti-scossoni particolari al Governo che continua infatti la sua crisi interna.
SONDAGGI EMG (21 NOVEMBRE): LEGA GIÙ MA SALVINI VOLA
Pd che guadagna lo 0,5% e raggiunge la quota “psicologica” nei sondaggi politici del 20% è la notizia più positiva per il Conte-2: M5s fermo al 16,1% è ancora crisi nera, mentre Italia Viva di Renzi passa dal 5,7% al 5,2%, non portando dunque frutti alle proposte forti sulla Manovra (lo slogan “ItaliaShock” non ha convinto in questi primi giorni). Chiudono le intenzioni di voto Emg +Europa, data al 2,1% su scala nazionale, La Sinistra al 2%, Europa Verde all’1,3% e la lista di Calenda all’1%. Attenzione però ai sondaggi prodotti sulla fiducia personale nei leader: sebbene la Lega cali davanti a “sardine” e polemiche sul “caso Segre”, Salvini resta il primo leader per fiducia e consenso. 41% e niente calo rispetto alla scorsa settimana, seguito a netta distanza dal Premier Conte che scende al 33%. Al terzo posto stabile la Meloni al 29%, mentre Di Maio non sale più del 22% su scala nazionale: Zingaretti fa lo stesso nonostante la kermesse di Bologna e la buona forma del Pd, mentre Berlusconi non va otre il 18%. Peggio del Cav fanno Toti al 14% e la coppia Calenda-Renzi che più del 15% non riescono ad esercitare sul campo dei consensi personali.