Dopo aver analizzato la Supermedia di Youtrend, è tempo di accendere i riflettori sui sondaggi politici di Ipsos per il Corriere della Sera. Emerge immediatamente un dato da non sottovalutare: il Governo ha tratto beneficio dall’accordo raggiunto al Consiglio Ue sul Recovery Fund, l’indice di gradimento è passato dal 57 al 61%, il livello più elevato dal Conte II. In crescita anche il gradimento del giurista, passando dal 63 al 65%: «Stessa tendenza per i leader e i capidelegazione della maggioranza, mentre quelli dell’opposizione fanno segnare una sostanziale stabilità rispetto al mese di giugno», la precisazione di Nando Pagnoncelli.



Anche i sondaggi politici di Termometro Politico mettono in risalto la fiducia degli italiani nell’intesa sul Recovery Fund: il 48% l’ha definito un risultato più che buono per l’Italia, mentre il 6,3% ha evidenziato che avremmo potuto ottenere di più e meglio. Di parere opposto un 44,2%: per il 6,1% l’Italia ha ottenuto meno di quanto ci si aspettava, troppo poco a fondo perduto, mentre il 38,1% ha messo nel mirino le troppe condizioni da rispettare, «saremo come commissariati». Il restante 1,5% ha preferito non rispondere.



SONDAGGI POLITICI: LE INTENZIONI DI VOTO

Un altro dato interessante dei sondaggi politici di Ipsos per il Corriere della Sera è l’ottimo stato di forma del Centrodestra: la coalizione composta da Salvini, Meloni e Berlusconi si attesta al 48%, ad un passo dalla soglia del 50%. La Lega resta primo partito con il 23,1%, in calo dello 0,9% rispetto all’ultima rilevazione, mentre c’è da annotare il boom di Fratelli d’Italia: +1,7% per un totale del 18%, miglior risultato di sempre nei sondaggi. Infine c’è Forza Italia, che arretra al 6,9% (-0,3%). Il Partito Democratico scende al 19,6% (-0,8%), mentre il Movimento 5 Stelle si colloca al terzo posto con il 18,9% (+0,9), sempre tallonato da FdI. Sinistra Italia-Articolo Uno e Europa Verde al 2,9%, mentre Renzi e Calenda sprofondano al 2,5%: Azione perde lo 0,3%, Italia Viva lo 0,4%. Nando Pagnoncelli precisa inoltre che «si registra una significativa riduzione (-3,9%) dell’area grigia costituita da astensionisti e indecisi che ritorna al di sotto del 40%».

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