Solo 4 italiani su 10 avrebbero votato la rielezione di Ursula von der Leyen, se avessero avuto voce in capitolo nella scelta del presidente della Commissione Ue. Lo evidenziano i risultati dei sondaggi politici realizzati dall’Istituto Piepoli per Quotidiano Nazionale. Tra i sondaggi politici degli ultimi giorni, dunque, c’è la rilevazione che ha in primis indugiato sulla conoscenza che c’è nel nostro Paese della politica tedesca. Ebbene, Ursula von der Leyen è conosciuta bene dagli italiani: oltre il 90% dichiara di conoscerla bene e di poter esprimere un’opinione su di lei.
In generale, sembra apprezzata dagli italiani: il livello di fiducia emerso nei confronti della neo presidente della Commissione europea non è trascurabile, infatti al 43% piace, ma comunque divide. Gli elettori del centrosinistra, ad esempio, l’apprezzano, mentre dal centrodestra emerge maggiore cautela, infatti le riserve sulla rielezione della premier Giorgia Meloni e del segretario della Lega Matteo Salvini riflettono l’orientamento della loro base elettorale.
SONDAGGI POLITICI, COMMISSIONE UE, SOLO IL 42% DEGLI ITALIANI AVREBBE VOTATO URSULA VON DER LEYEN
Il fatto che ci sia un generale, ma non prevalente, apprezzamento nei confronti di Ursula von der Leyen da parte degli italiani, secondo i sondaggi politici, non esclude una bocciatura, infatti se avessero potuto scegliere, gli elettori non avrebbero optato per colei che è stata scelta di nuovo alla presidenza della Commissione Ue. Il 42% gradisce la sua elezione, il 47% no (mentre l’11% non ha espresso alcuna opinione). Se si tiene conto dei partiti per i quali votano gli elettori, i sondaggi politici Ipsos per QN mostrano che quelli di centrosinistra probabilmente voterebbero per lei (55%), meno quelli di centrodestra (42%).
Dunque, c’è una parte consistente che non nasconde il suo scetticismo, anzi esprime i suoi timori per il secondo mandato e per la possibilità che Ursula von der Leyen non sia in grado di risolvere i problemi strutturali dell’Unione europea. La sua leadership appare tutto sommato solida, ma meno trasversale, secondo l’analisi effettuata da Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli. Ma in effetti indicazioni erano arrivate proprio dalle elezioni europee 2024 che hanno ridisegnato il Parlamento Ue.