Nel giro di una settimana il nome di Mario Draghi è entrato ormai ufficialmente nella testa e quotidianità degli italiani e i sondaggi politici di Demos per Repubblica lo certificano universalmente: 71% di popolarità e fiducia, battendo Giuseppe Conte fino a solo una settimana fa ancora il “perno” politico per l’italiano medio. Non solo, il Governo tecnico-politico che sta per aprirsi davanti dopo il secondo giro di consultazioni (termineranno martedì pomeriggio con Lega e M5s, ndr) viene visto dagli italiani come un’opzione assai più consistente di tutte le altre per concludere la legislatura.



Le intenzioni di voto citate e commentate oggi da Ilvo Diamanti su Repubblica vedono la Lega ancora primo partito del Paese con il 22,8% (lieve aumento rispetto al dicembre), davanti di 2 punti sul Partito Democratico (fermo al 20,9%, in perdita rispetto al 21,5% di dicembre): al terzo posto stabilmente Fratelli d’Italia al 16,9% mentre il Movimento 5Stelle insegue al 15,2% ancora in perdita rispetto a 2 mesi fa, nel periodo pre-crisi: dopo la caduta del Governo Conte, Renzi e Italia Viva non vanno oltre il 2,7% (+0,2%), Forza Italia al 7,8%, LeU 3,2%, Azione Calenda 2,8% e Più Europa al 2%.



SONDAGGI DRAGHI, IL COMMENTO DI ILVO DIAMANTI

«Nonostante si tratti di un “soggetto nuovo” e non particolarmente noto all’opinione pubblica, questa scelta, secondo il sondaggio di Demos, è condivisa da oltre due terzi dei cittadini (intervistati). Distribuiti in misura diversa, in base all’orientamento politico, ma comunque maggioritario. Soprattutto fra gli elettori del Pd. Dove raggiunge l’85%, cioè, quasi la totalità», scrive Ilvo Diamanti commentando i sondaggi politici del ‘suo’ istituto Demos. Ottima la fiducia anche da Fratelli d’Italia e Lega (69%), nonostante abbiano scelto per ora strade diverse rispetto al Governo nascente (Meloni opposizione, Salvini in squadra): la figura di Mario Draghi viene stimata dagli italiani, secondo Diamanti, «perché combina entrambi i requisiti richiesti dai cittadini per guidare il Paese. È un “tecnico”, ma, al tempo stesso, un “politico”. Un presidente Tecno-Politico, che risponde alla domanda, crescente, nell’ultimo anno, di un “Capo” autorevole. Del quale fidarsi. Al quale affidarsi. Prima di rassegnarsi alla “resa dei conti” elettorale». Sul fronte leader dopo la crisi di Governo, oltre a Draghi al 71% troviamo al secondo posto Giuseppe Conte al 65%, il Ministro uscente Speranza al 47% e Paolo Gentiloni al 47%: seguono Meloni e Franceschini al 42%, Berlusconi e Salvini al 39% entrambi in ascesa dopo mesi di flessione, Zingaretti al 38% insieme alla Bonino, Di Maio 34%, Calenda 31%, Di Battista 23% come Crimi. Chi l’ha crisi l’ha “creata” portando Draghi a Palazzo Chigi – Matteo Renzi – per il momento non paga in termini di sondaggi e resta al 17% di gradimento, appena davanti al redivivo Beppe Grillo (16%), tornato in “scena” nelle consultazioni di Draghi per provare a tenere assieme i “cocci” del M5s diviso ancora oggi sul Governo tecnico.

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