Si parla e non più solo come “retroscena” di un imminente lancio di un nuovo partito fuori dal Pd per Matteo Renzi: nel pieno della crisi di Governo, i dem si sono spaccati al loro interno con la proposta renziana “contro” Zingaretti (che invece vorrebbe andare al voto in tempi brevi, ndr) di un Governo istituzionale che possa traghettare il Paese durante la Manovra contro Salvini e i sovranisti. Ebbene, stando ai sondaggi politici raccolti e illustrati da Quorum-YouTrend per Agi, un possibile nuovo movimento renziano (con possibile nome “Azione Civile”, anche se già stoppato da Ingroia che ha rivendicato la paternità di quella sigla, ndr) non avrebbe ad oggi le carte per raccogliere consensi importanti verso eventuali nuove Elezioni Politiche nei prossimi mesi. «Se stiamo alle stime di EMG, una lista renziana potrebbe puntare ad arrivare al 10%, potendo contare su uno “zoccolo duro” intorno al 4%. Molti di questi – a giudicare sia dai dati EMG che da quelli Euromedia – sarebbero voti provenienti da attuali elettori democratici. E dagli altri partiti? A giudicare da questi numeri, questa lista avrebbe ben poco appeal al di fuori del bacino PD», scrive Salvatore Borghese su Agi nelle ore dove gli strappi e le trattative interne a Pd si fanno sempre più frenetiche. I dati per ora bocciano Renzi, come confermato dall’ultimo Atlante Politico dei sondaggi Demos: «meno di uno su quattro (23%) la quota di italiani che esprime un giudizio pari o superiore alla sufficienza nei confronti dell’ex premier».
TERMOMETRO POLITICO: SALVINI CON FI-FDI “OK” SOLO PER IL 12,3%
Durante la puntata mattutina di Coffee Break su La7 sono stati presentati gli ultimi sondaggi politici stilati da Termometro Politico su un tema piuttosto cruciale in vista di possibili (anche se non confermate ancora dal Parlamento e dal Capo dello Stato) Elezioni anticipate nei prossimi mesi: il leader del Carroccio Matteo Salvini è indiscutibilmente il protagonista assoluto di quelle che potrebbero essere le seconde elezioni in un anno e mezzo nella politica italiana ma resta da comprendere come e con chi si potrà presentare nei collegi uninominali e plurinominali al voto. Ebbene, con la crisi di Governo alle porte la semplice domanda è stata posta: “quali alleanze dovrà prendere la Lega?”. Ebbene, al netto di un 29,6% che ancora non sa che posizione prendere, il 23,5% consiglia a Salvini di andare da solo alle Elezioni e capitalizzare il consenso ormai vicino al 40%. Il 17,4% invece ritiene più probabile un’alleanza Lega-FdI mentre il 17,2% aggiungerebbe anche Toti alla compagine di centrodestra: il dato cruciale però è che solo il 12,3% sarebbe pronto a rivedere assieme Salvini, Berlusconi e Meloni esattamente come avvenuto nelle Elezioni politiche del 2018.
PIEPOLI PER OMNIBUS: LEGA-TOTI-FDI VALE IL 45%
Secondo Alessandro Amadori dell’Istituto Piepoli, i sondaggi politici stilati in questi ultimi giorni di crisi di Governo e potenziali elezioni anticipate mettono in mostra un dato piuttosto allarmante per le opposizioni anti-Salvini: Lega, Fratelli d’Italia e fuoriusciti di Forza Italia (Toti su tutti, ndr) assieme valgono un 45% che conquisterebbe, sbaragliando gli avversari, la maggioranza in Parlamento. «Abbiamo fatto un sondaggio su quello che avviene in Forza Italia. Il partito è in calo strutturale e un eventuale di formazione di Toti, ufficialmente lanciata come partito a se stante, potrebbe raggiungere il 3% e quindi spaccare a metà l’elettorato di Forza Italia», ha spiegato questa mattina Amadori intervenuto a Omnibus (come riportato da Termometro Politico, ndr). La coalizione “tricolore” con Lega, Fdi e movimento di Toti ad oggi vale un 45% del consenso, con maggioranza piuttosto stabile pronta a mandare all’opposizione Pd, M5s e Renzi.
NOTO (9 AGOSTO): INTENZIONI DI VOTO
Nei sondaggi politici stilati da Noto per La Vita in Diretta si inizia ovviamente a discutere e immaginare le prossime Elezioni Politiche dopo la crisi di Governo lanciata da Salvini prima di Ferragosto: il tentativo di capitalizzare il consenso della Lega è evidente con il Carroccio dato al 38% lo scorso 9 agosto. Salvini continua la sua “campagna elettorale” ufficiosa al Sud, con alcune contestazioni ma con la forza di chi ad oggi – con FdI e Forza Italia – potrebbe realmente raggiungere Palazzo Chigi qualora Mattarella decidesse per il voto “subito” tra ottobre e novembre. Gli altri partiti sono tutti, chi più chi meno, in crisi: il Pd viene quasi doppiato, con un 23% che ad oggi non “certifica” la frattura interna sempre più evidente tra Zingaretti e Renzi, ma spiegabile con l’emorragia di voti del M5s che con elezioni domani non andrebbe oltre al 16,5% su scala nazionale. Bene, molto bene Giorgia Meloni con l’8% mentre FI di Berlusconi non può andare oltre al 6,5% con le continue crisi interne tra Toti (uscito), Carfagna e i “vecchi colonnelli”.
SONDAGGI POLITICI YOUTREND: “SALVINI PUÒ ANDARE OLTRE IL 40%”
In una lunga intervista rilasciata dal co-fondatore e ideatore dei sondaggi politici Quorum e YouTrend ieri sulle nostre pagine, si è parlato ovviamente di crisi di Governo immaginando come e dove possa arrivare la Lega di Salvini ad oggi imbattibile in ogni sondaggio nazionale stilato. Salvatore Borghese al Sussidiario ha spiegato come Salvini abbia agito fuori dagli schemi finora, «Tutti ci siamo interrogati per settimane sul perché delle polemiche M5s-Lega dopo le europee, un non senso perché il voto era alle spalle; guardavamo quando si sarebbe chiusa la “finestra” del voto; facevamo il conto alla rovescia rispetto alla manovra economica». Il centrodestra unito (Lega+FdI+FI) otterrebbe ad oggi secondo Borghese «i due terzi dei seggi; anche una coalizione “sovranista” Lega-FdI si imporrebbe, ottenendo la maggioranza assoluta». Ma la quota 40% è fattibile? «Se una parte di elettori di FI e FdI votano in modo strategico, possono anche portare Salvini oltre il 40. Un po’ come accadde al Pd fondato da Veltroni nel 2007: alle politiche del 2008 il suo potenziale elettorale lo fece arrivare molto al di sopra del 30% di cui era accreditato all’inizio. Inoltre dopo il voto Salvini potrebbe tranquillamente allearsi con i partiti di centrodestra». Il Pd è praticamente doppiato, il M5s resta “unito” ma comunque spuntato rispetto a Salvini: molto, se non tutto, si giocherà sul quando si andrà alle urne. E questo non può stabilirlo neanche la Lega.