La crisi di governo potrebbe sfociare tra ottobre e novembre in elezioni anticipate. Ma se a gestire la partita a scacchi della politica fossero gli elettori quale scenario deciderebbero di privilegiare per il “bene” del proprio schieramento e (si spera) dell’Italia? Secondo una rilevazione effettuata dalla Fondazione Open Polis, tra i più convinti che la strada maestra sia quella del ritorno alle urne ci sono gli elettori di Giorgia Meloni, che per il 73% voglio andare a votare. Nella Lega, che pure ha aperto ufficialmente, non sono tutti d’accordo con Matteo Salvini, anzi. Come il leader del Carroccio la pensa “soltanto” il 55% dei leghisti, mentre un 20% è disorientato e non sa quale opzione scegliere. Tra quelli meno felici di elezioni anticipate ci sono i grillini: tra gli M5s solo il 39% vede bene un ritorno alle urne. Percentuale simile a quella del Pd, dove a chiedere il responso delle urne è il 41% degli elettori dem. Forza Italia? Il momento non sarà il migliore dal 1994 ad oggi ma il 56% freme per votare nuovamente Silvio Berlusconi. (agg. di Dario D’Angelo)
NOTO: FLOP PER IL PARTITO PERSONALE DI RENZI
Gli ultimi sondaggi politici si sono concentrati anche sul valore di un eventuale partito di Matteo Renzi. Secondo il sondaggista Nicola Piepoli, un partito dell’ex premier con i suoi fedelissimi raccoglierebbe a malapena il 2 per cento. Anzi, questo protagonismo dell’ex segretario del Partito democratico potrebbe danneggiare proprio i dem. I due principali attori della crisi, Lega e M5s, invece non hanno subito scossoni dal punto di vista del consenso, sempre secondo Piepoli. Quest’ultimo ritiene che la fiducia in Salvini sia immutata, mentre i pentastellati devono attirare attenzione. «Il vero problema è che il potere non sa che cosa vuole fare. Ci sono persone che non sono in grado di comunicare e persone che invece sanno farlo». La vera sorpresa delle prossime elezioni invece potrebbe essere Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia, anche se al momento fare previsioni sul voto è molto complesso. (agg. di Silvana Palazzo)
NOTO: FIDUCIA LEGA-M5S SOTTO 43%
Continua a tenere banco la crisi di governo nella politica italiana e ad interrogarsi sull’esito delle tattiche dei partiti impegnati in questa sfida a scacchi sono anche i sondaggi. La rilevazione effettuata da Antonio Noto pochi giorni fa ci dice che gli italiani preferirebbero tornare alle urne: “Dopo le europee il 37 per cento degli italiani era favorevole alle elezioni, a fine luglio la percentuale è salita al 55 per cento . Oggi stimo che sia più alta”. Ma cos’ha fatto cambiare idea agli italiani? Molto è dipeso dai litigi tra Lega e M5s di questi mesi:”Il governo Conte aveva un livello di fiducia significativo, intorno al 43-44 per cento . Poi le liti continue hanno schifato gli italiani. Diciamo che gli scontri interni alla maggioranza di giugno-luglio hanno minato la credibilità dell’esecutivo”. Segno che un nuovo governo Pd-M5s avrebbe maggiore seguito? Non per forza. Noto sottolinea:”Stando a quanto risultava dalle analisi di luglio gli elettori dem e grillini non erano favorevoli a questa nuovo asse. Il timore, diffuso, è che si ripropongano gli stessi schemi dell’alleanza giallo-verde, tra insulti e litigi. Gli italiani concepirebbero di più un’alleanza tra partiti meno distanti: o di centrodestra o di centrosinistra”. (agg. di Dario D’Angelo)
GPF: CONTE COME ANTI-SALVINI?
Tra i tanti sondaggi agostani al tempo della crisi di Governo, oltre a quelli che svelano quale sarebbe la composizione del prossimo Parlamento in caso di voto subito, sono molto interessanti quelli che provano a valutare l’impatto dello strappo leghista che ha portato alla mozione di sfiducia che sarà presentata nei confronti del Primo Ministro. Ebbene, secondo una rilevazione effettuata da Gpf Inspiring Research, pare che a beneficiare della mossa improvvida della Lega non sia tanto Il Movimento 5 Stelle e il suo leader, Luigi Di Maio, che non crescono più di tanto ma lo stesso premier Giuseppe Conte che da molti viene visto in ottica futura quale un anti-Salvini- secondo il 72,3% degli intervistati, infatti, è lui il candidato che i pentastellati dovrebbero opporre al “Capitano”, ricordando anche che negli indici di popolarità Conte ha da tempo staccato Di Maio (47%) ed è l’unico che non paga pegno nei confronti del numero uno della Lega, anzi riscuotendo molti consensi nelle ultime ore per essersi messo di traverso al Ministro degli Interni sulla nuova querelle relativa ad Open Arms. (agg. di R. G. Flore)
TERMOMETRO POLITICO: PD SALE, RENZI DA SOLO E’ UN FLOP
Nei giorni della crisi, o presunta tale, di Governo tutti i politici tendono l’orecchio ai sondaggi elettorali anche se di fatto un nuovo esecutivo è ancora ben lungi da venire e quello attuale non è stato ancora nemmeno sfiduciato. E così, appurato che se si andasse al voto la Lega di Matteo Salvini farebbe da pigliatutto, specie se in coalizione con Fratelli d’Italia e Forza Italia, c’è più curiosità su quelli che al momento sono scenari improbabili. Quanto prenderebbe infatti un ipotetico PdR (Partito di Renzi) se avesse luogo la scissione nel Pd? Poco secondo Antonio Noto (circa il 5%) ed è per questo che per l’area di centrosinistra sono più confortanti i dati di Termometro Politico forniti a Coffee Break su La7: secondo il sondaggio, infatti, la lega sarebbe al 36,1% ma, a causa delle ultime vicende, perderebbe 1,6 punti percentuali, laddove invece il PD unito sale, ma di poco, al 23,4% (+0,8) al pari del Movimento 5 Stelle che sembra beneficiare un po’ dello strappo di Salvini salendo al 18,2% (+1,2% dopo l’emorragia delle ultime settimane). Inoltre a confortare chi vorrebbe una alleanza tra dem e pentastellati ci sono pure i dati contrastanti del presunti alleati della Lega: se FdI ha oramai superato il partito di Berlusconi ma è ancora al 7%, Forza Italia sprofonda sotto il 6% per una crisi che pare irreversibile. (agg. di R. G. Flore)
SONDAGGIO NOTO: LEGA AL 36%, CONTE ‘DOPPIA’ RENZI
La Lega resta in testa nei sondaggi politici, ma le ultime rilevazioni si concentrano anche sul valore di un eventuale nuovi partiti di Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Partiamo dal senatore del Pd ed ex premier: secondo quanto dichiarato da Antonio Noto al Quotidiano nazionale Renzi non riuscirebbe a raccogliere più del 5 per cento dei consensi. Questo perché non sarebbe un nuovo soggetto politico, ma «una scissione dei gruppi parlamentari del Pd». Diverso il discorso per Conte. Una lista guidata dall’attuale presidente del Consiglio era stimata recentemente al 12 per cento. «Non darebbe alcun valore aggiunto se il partito del premier si alleasse col Movimento 5 Stelle». Ma in caso di alleanza col centrosinistra gli scenari potrebbero cambiare: «In questo caso, in uno scenario di fantapolitica, Pd e Conte potrebbero arrivare a circa il 33%». Intanto gli elettori Pd e M5s non sarebbero favorevoli ad un’alleanza tra questi partiti, perché potrebbero riproporsi gli stessi problemi emersi con l’alleanza M5s-Lega. (agg. di Silvana Palazzo)
TERMOMETRO (10 AGOSTO): LEGA IN TESTA COL 36%
I sondaggi politici di questo periodo di Ferragosto dicono una cosa e una sola: la crisi di Governo “avanzata” dalla Lega non ha convinto appieno gli elettori che, seppur confermando il Carroccio in testa a tutti tra il 36% e il 38% come media generale, non fanno accrescere ulteriormente Salvini di fatto bocciando la sua “mossa” per scardinare quei «No del Movimento 5 Stelle» come accusa in questi giorni il vicepremier leghista. Dopo la mozione di sfiducia paventata a Conte, la Lega resta attorno al 36% (ultimi sondaggi di Termometro Politico) mentre Pd e M5s non si muovono dalle loro situazioni di “stallo”, i dem al 23% e i grillini tra il 16% e il 18% su scala nazionale. Salvini nelle ultime ore, nonostante i pesanti attacchi di Conte e Di Maio, ha fatto mezza marcia indietro parlando di «possibilità di dialogo» e ha spiegato come i «sondaggi non servono a niente, servono le volontà degli italiani»: ma il ritorno al voto sembra sempre più difficile, con le “trattative” M5s-Pd che invece si infittiscono secondo diversi retroscena ancora oggi sui quotidiani italiani.
TERMOMETRO (10 AGOSTO): ELEZIONI? 23% VUOLE LEGA DA SOLA
L’impressione è che prima della decisione di Mattarella, cui spetta comunque l’ultima parola, saranno le mosse in Senato il prossimo 20 agosto a definire la crisi di Governo: ritorno ad un Conte Bis con più ministri della Lega (magari Tria commissario Ue e Giorgetti all’Economia, come auspica Bobo Maroni, ndr); oppure accordo Renzi-Di Maio per Governo di legislatura; solo in terza ipotesi le Elezioni anticipate. In questo frangente, i sondaggi politici di Termometro stabiliscono i “consigli” che l’elettorato di Centrodestra manderebbe al leader del Carroccio. «Secondo lei la Lega dovrebbe fare alleanze o andare sola?», si chiede nel sondaggi e le risposte vedono una buona fetta (il 29%) che non sa/non si esprime, mentre il 23,5% consiglia Salvini di andare da solo senza i vecchi compagni del Cdx. Il 17,4% spinge per accordo con Giorgia meloni mentre il 17,2% accetta una coalizione FI-FdI-Lega come nei territori regionale, al limite anche con l’aggiunta del partito di Toti sul quale però Berlusconi ha già messo un “veto”. Restano però i dati delle intenzioni di voto dove Salvini, pur in testa ai sondaggi, da solo ad oggi non avrebbe la maggioranza assoluta e dunque avrebbe sì bisogno dei suoi “alleati” dichiarandosi conclusa la possibile alleanza con i 5Stelle (qualora si andasse effettivamente al voto anticipato).