SONDAGGI POLITICI DEL “TERMOMETRO”: FDI VOLA NELLE INTENZIONI DI VOTO VERSO LE EUROPEE, MALE PD E SINISTRA
Gli schieramenti ormai sono tutti pronti tra alleanze e liste, mancano ancora i candidati da ufficializzare ma per la corsa alle Europee 2024 è già possibile ragionare sui diversi sondaggi politici emersi in queste settimane: uno degli ultimi, con interviste raccolte tra il 9 e l’11 aprile scorso, è l’analisi settimanale del “Termometro Politico” che mette in evidenza la situazione aggiornata dei vari partiti a meno di due mesi dalle urne. Si confermano un po’ tutti gli ultimi “trend”, ovvero le fatiche del “campo largo” in particolare in casa Pd, e il derby degli alleati di Meloni sul fronte Centrodestra: quello che resta chiaro è la leadership per ora non in discussione di Fratelli d’Italia come primo partito della coalizione e del Paese.
I sondaggi politici del Termometro mettono infatti in evidenza il “volo” ripreso da FdI di Giorgia Meloni verso quota 30: ad oggi il partito della Premier sale fino al 27,8% staccando ulteriormente il Pd di Schlein “impelagato” al 19,5% nel pieno del caso-Bari e candidature Europee. Il M5s di Conte resta lì al 15,6%, quasi doppiando la Lega di Salvini che con l’8,8% questa settimana resta davanti a Forza Italia di Tajani, appena federata con Noi Moderati di Lupi in vista del voto di Bruxelles. La lista di Renzi e Bonino – Stati Uniti d’Europa – ad oggi vale un 5,1% tenendo insieme Italia Viva e PiùEuropa, mentre fuori dalla possibilità di conquistare un seggio nell’Europarlamento restano Azione di Calenda al 3,9%, Sinistra Italiana-Verdi al 3,3%, Lista Santoro 2,4%, Democrazia Sovrana e Popolare 1,8% e Libertà di De Luca all’1,4%.
FIDUCIA MELONI, CORRUZIONE E TEORIA GENDER: GLI ALTRI SONDAGGI DEL “TERMOMETRO”
Rimanendo sui sondaggi politici del “Termometro”, soffermiamoci un attimo sulla gradimento che questa settimana cresce sulla figura della Presidente del Consiglio: Meloni riprende consenso con +0,6% rispetto alla scorsa settimana per una fiducia generale attorno al 40% unendo chi ne ha “molta” (24,1%) e chi “abbastanza” (15,4%), con i “detrattori” invece che restano al 48,5% secondo i dati del “Termometro”.
Chiudiamo la rassegna quotidiana di sondaggi politici un doppio tema emerso negli scorsi giorni, un di tipo prettamente più politico l’altro invece più “sociale”: dopo le indagini su voto di scambio e corruzione – che coinvolgono il Pd a Bari e Torino, il Centrodestra in Sicilia – viene chiesto agli intervistati quanto sia importante votare per una lista che non abbia persone indagate al suo interno. Il 35,1% ritiene sia fondamentale non avere “scheletri” nell’armadio, mentre il 25% ritiene che il voto valga indipendentemente dalla presenza o meno di qualche indagato nel partito: infine, il 27,5% degli elettori è pienamente garantista e ritiene valida solo l’effettiva condanna dato che moltissimi politici vengono indagati per i motivi più “stravaganti” e poi spesso assolti negli altri gradi di giudizio.
Da ultimo sui sondaggi “meno politici”, dopo le dichiarazioni di Papa Francesco nell’ultima dichiarazione “Dignitas Infinita” il Vaticano ha ribadito la piena contrarietà della teoria gender sempre più sviluppata nel mondo progressista non solo anglosassone: il 38,4% dei rispondenti ritiene che sia è davanti al tentativo di scardinare la natura dell’essere umano, specie dalla giovane età; il 29% è convinto che la teoria gender riguardi solo un’educazione alla diversità senza vederci nulla di “sospetto” (il 12,2% crede che il “gender” sia qualcosa di pericoloso ma destinato a rimanere una nicchia della società progressista”).