I SONDAGGI POLITICI QUORUM VERSO LE ELEZIONI EUROPEE: CHI RISCHIA LO SBARRAMENTO, DA CALENDA AD AVS

Secondo la legge elettorale vigente in Italia sulle Elezioni Europee 2024, v’è una cifra che rappresenta il vero spauracchio per quasi tutti i partiti che in queste settimane di frenetici sondaggi politici sul voto di giugno viene costantemente “attenzionata” con timore e allarme. Si tratta della soglia di sbarramento, il 4%, che decide l’ingresso o meno con rappresentanti nel prossimo Parlamento Europeo: ebbene, osservando i sondaggi politici di Quorum commissionati dal gruppo Alleanza Verdi-Sinistra Italiana – con interviste fino al 5 aprile – la corsa alle Europee di giugno vede la stessa sigla ambientalista a rischio, assieme a Calenda e al duo Renzi-Bonino.



Osservando a fondo le intenzioni di voto prodotte da Quorum, si scopre che ad esempio il Pd di Schlein non navighi in ottime acque al momento con continui cali nel consenso, così come il derby interno al Centrodestra fra Tajani e Salvini probabilmente durerà così fino alle Europee. Ecco dunque il “borsino” dei partiti negli ultimi sondaggi politici raccolti da Quorum, in attesa della consueta Supermedia che YouTrend pubblica normalmente il venerdì mattina: FdI viene dato tra un valore minimo di 16,1% e un massimo di 28,1%, circa 8 punti percentuali sopra i Dem dati con forbice 18,2-20,2%. Al terzo posto resta il M5s di Conte, dato fra il 14,9% e il 16,9% mentre la Lega resta al momento avanti, sebbene di poco, sugli alleati di Forza Italia: il Carroccio vale oggi il 7,6-9,1% contro il 7,4-8,9% degli azzurri di Tajani. Attorno alla quota “sbarramento” ecco così tutti gli altri partiti in corda per le Elezioni Europee: ad oggi, AVS di Fratoianni e Bonelli rischiano con una forbice tra il 4,1% e il 5,6%, così come la lista Stati Uniti d’Europa che si muove tra un 3,7% e un 5,2%, stesse cifre di fatto di Azione-Calenda.



CRISI SINISTRA E FUTURO CAMPO LARGO: GLI ALTRI SONDAGGI POLITICI IPSOS

Passando da Quorum a Ipsos, le ultime analisi contenute nei sondaggi politici raccolti tra il 15 e il 16 aprile scorsi, mettono al centro la situazione tutt’altro che “pacifica” interno alla vasta area del “campo largo progressista”: restano tanti i dissidi, dai casi giudiziari di Bari e Torino, agli scontri sulle candidature fino al ruolo di “leadership” interna che vede Schlein e Conte entrambi intenti ad affermare tale supremazia vedendo chi “uscirà” davanti all’altro nel voto di Bruxelles.

Intanto però agli elettori coinvolti nell’analisi sul futuro del “campo largo” una ulteriore doccia fredda viene calata sull’area che va da Pd a M5s, passando per AVS, PiùEuropa, Italia Viva e Azione: ebbene il 31% è convinto che dopo l’eccezione delle Europee dove si vota col proporzionale (e dove dunque non possono valere le coalizioni(, Dem e 5Stelle torneranno ad essere alleati. Vi è però un netto 51% che al “campo largo” non crede e giudica impossibile un ritorno all’alleanza finché quantomeno non rimarranno in sella Elly Schlein e Giuseppe Conte.