I SONDAGGI POLITICI DEL TERMOMETRO: INTENZIONI DI VOTO, FDI CRESCE SU PD E M5S
Andamento altalenante a seconda delle indagini dei sondaggi politici: questo il periodo effettivo per Fratelli d’Italia e per la Premier Giorgia Meloni, anche se a livello generale un dato resta comune a tutte le indagini demoscopiche di queste settimane. FdI è e resta il primo partito nel Paese e i diretti rivali del Centrosinistra ancora non sembrano in grado di crescere nei consensi tanto da impensierire il Governo a guida Meloni. Anche negli ultimi sondaggi politici realizzati dal Termometro Politico tra il 26 e il 27 gennaio, emerge che il partito della Presidente del Consiglio è in testa saldamente con il 28,6% delle preferenze, distanti ben 11 punti percentuali il M5s di Conte e 12% il Partito Democratico.
In termini numerici, i 5Stelle inseguono con il 17,6% mentre il Pd ormai verso le Primarie Bonaccini vs Schlein non va oltre al 16,6%: resta ferma anche la Lega di Salvini all’8,4%, comunque davanti al Terzo Polo di Calenda e Renzi che raggiungono l’8,1% e tengono a distanza Forza Italia di Berlusconi in risalita al 7,4% di stima nazionale. Crollo verticale per Sinistra e Verdi che calano fino al 2,8%, raggiunti ormai da PiùEuropa di Bonino e ItalExit di Paragone al 2,5%, mentre all’1,5% troviamo sia Unione Popolare di De Magistris che Democrazia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo.
INTERCETTAZIONI, BALNEARI E FUMO: GLI ALTRI SONDAGGI POLITICI
Dal borsino dei partiti agli altri temi caldissimi della dialettica politica, i sondaggi politici offerti dal Termometro pongono sul piatto due temi discussi in queste settimane dal Governo Meloni che hanno lasciato svariate considerazioni nell’elettorato. Si parte dalla possibilità ideata dal Ministro della Salute Schillaci di estendere il divieto di fumo a più luoghi all’aperto, estendendolo anche alle sigarette elettroniche: qui il 31,2% sottolinea che «dovremmo puntare all’eliminazione completa del fumo in ogni luogo» mentre il 24,4% degli elettori intervistati nei sondaggi politici rileva che «dovrebbe valere solo per aree affollate o con intensa circolazione di persone». Il 36,5% si dice invece decisamente contrario in quanto «i limiti attuali credo siano sufficienti», mentre il 6,5% ritiene sia una esagerazione il divieto in quanto i limiti attuali sono già eccessivi.
Fronte intercettazioni e riforma Nordio (che vuole limitarne l’abuso e la pubblicazione sui media violando il segreto istruttorio) l’elettorato al 20,3% ritiene siano comunque «indispensabili e anzi il loro uso andrebbe incrementato», mentre il 21,2% valuta che le intercettazioni sono un danno minore per la loro pubblicazione «di fronte ai vantaggi che portano»; il 43,9% invece si schiera con il Governo Meloni e con il Ministro Nordio, in quanto «le leggi devono cambiare: dovrebbe essere sempre severamente punita la loro pubblicazione sui media»; da ultimo, il 12,6% rileva che le intercettazioni dovrebbero essere «vietate salvo che per indagini di mafia e terrorismo e la loro pubblicazione vietata».