Qualche variazione degna di nota nei sondaggi politici firmati da Euromedia Research per La Stampa. Partendo dalle intenzioni di voto, spicca il netto calo di Fratelli d’Italia: pur sempre primo partito del Paese, quello guidato dal premier Giorgia Meloni perde lo 0,7 per cento e si attesta al 26,5 per cento. Non se la passa molto meglio il Partito Democratico: i dem guidati da Elly Schlein passano dal 20,8 al 20,3 per cento. Bene invece il Movimento 5 Stelle: i grillini guadagnano mezzo punto percentuale e si attestano al 16,5 per cento.
I sondaggi firmati da Euromedia Research portano buone novelle anche alla Lega: il partito guidato da Matteo Salvini torna in doppia cifra grazie al più 0,7 per cento, attestandosi al 10,5 per cento. Passettino in avanzi anche per Forza Italia: +0,1 per gli azzurri, oggi al 7,4 per cento. Tra i partiti minori da segnalare il ribasso dell’ex Terzo Polo, sia Azione che Italia Viva perdono lo 0,2 per cento: il partito di Calenda è al 4,1 per cento, mentre quello di Renzi è al 3,8 per cento. In fondo alla classifica spazo ad Alleanza Verdi e Sinistra al 2,5 per cento (=), a +Europa con Emma Bonino al 2,5 per cento (+0,3 per cento), Per l’Italia con Paragone all’1,9 per cento (-0,3 per cento) e Noi Moderati allo 0,5 per cento (=).
Sondaggi politici: i dati di Euromedia Research
I sondaggi di Euromedia Research hanno acceso i riflettori anche nei confronti del premier Meloni e del suo governo. La fiducia scende sotto la soglia psicologica del 40 per cento: quella nel primo ministro è al 37,5 per cento, mentre quella nel governo è al 34,6 per cento. Percentuali elevate nei partiti di centrodestra, molto basse tra gli elettori di opposizione. Le rilevazioni dell’istituto di Alessandra Ghisleri hanno poi confermato che un italiano su due, il 49,6 per cento, denuncia il carovita e l’aumento dei prezzi, mentre il 23 per cento notifica una crisi importante in merito al tema del lavoro. Solo il 30,1 per cento si è detto fiducioso nell’operato della maggioranza per affrontare i continui aumenti, mentre il 61,6 per cento si dichiara poco o o per nulla propenso a credere in una pianificazione utile ad affrontare il tema inflazione.