Interessanti novità negli ultimi sondaggi politici stilati da Termometro Politico: qualche variazione degna di nota nelle intenzioni di voto e risultati sorprendenti sui dossier più dibattuti a livello politico. Partiamo dalla classifica di gradimento dei vari partiti che vede in testa Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni è in salute e sale al 29,3 per cento. Anche il Partito Democratico è in rialzo: i dem di Elly Schlein si portano al 19,9 per cento.



I sondaggi politici di TP segnalano il calo del Movimento 5 Stelle: i grillini di Giuseppe Conte sono quotati al 15,9 per cento. Giù anche la Lega: il partito di Matteo Salvini si attesta al 9,1 per cento. Flessione pure per Forza Italia: gli azzurri sono dati al 7,7 per cento. Passando ai partiti minori, Azione di Carlo Calenda è al 3,5 per cento, Alleanza Verdi Sinistra è al 2,7 per cento, mentre Italia Viva di Matteo Renzi è al 2,5 per cento. Infine spazio a Italexit al 2,4 per cento, +Europa al 2,4 per cento, Democrazia Sovrana Popolare all’1,3 per cento e Unione Popolare all’1,3 per cento.



Sondaggi politici: i dati di TP

I sondaggi di TP hanno poi acceso i riflettori sulla fiducia nei confronti di Giorgia Meloni. Il gradimento per il primo ministro è sostanzialmente stabile al 43,9 per cento: il 26,6% ha molta fiducia, mentre il 17,3% abbastanza. Di parere contrario il 55,7 per cento: il 13,3% ha poca fiducia, il 42,4% per nulla. Andiamo a conoscere i sondaggi legati al Mes, la maggioranza degli italiani è contraria alla ratifica della riforma: per il 22,1 per cento andrebbe ratificato solo in ambio di importanti concessioni europee sul Patto di Stabilità e sulla revisione del Pnrr, mentre per il 29,2 per cento non va ratificato in nessun caso, neanche davanti a forti pressioni, è una trappola per l’Italia. Per il 40,5 per cento invece la riforma andrebbe ratificata: per il 22,2 per cento è uno strumento utile e per noi può essere più conveniente del finanziamento sul mercato aperto in caso di necessità, mentre per il 18,3 per cento va ratificato come forma di responsabilità verso il resto della Ue, ma poi dobbiamo fare di tutto per non doverlo utilizzare. Il restante 8,2 per cento ha preferito non rispondere al quesito.

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