Meloni sorride, Schlein no. Questo un estremo riassunto dei sondaggi politici realizzati da Euromedia Research per Porta a Porta. Andiamo ad analizzare le intenzioni di voto degli italiani, in vetta alla classifica c’è ancora una volta Fratelli d’Italia: il partito del primo ministro passa dal 28,8 al 29,2 per cento. Netto passo indietro invece per il Partito Democratico: i dem perdono l’1,1% e si attestano al 20,2 per cento.



I sondaggi dell’istituto di Alessandra Ghisleri riportano l’importante crescita del Movimento 5 Stelle: i grillini di Giuseppe Conte guadagnano l’1,2% e si attestano al 16,2 per cento. Giù la Lega: -0,3%, Carroccio all’8,4 per cento. Svanisce l’effetto Berlusconi per Forza Italia: Euromedia Research segnala un ribasso del 2,5%, azzurri stimati al 7 per cento. Mezzo punto percentuale in più per Azione di Calenda, oggi al 4,6 per cento, mentre Italia Viva di Matteo Renzi passa dal 3,6 al 4 per cento. Tra i partiti minori spazio ad Alleanza Verdi Sinistra al 2,4%, Per l’Italia con Paragone al 2,1%, +Europa con Emma Bonino al 2% e Noi Moderati allo 0,6%.



Sondaggi politici: i dati sul nuovo codice della strada

Torniamo adesso ai sondaggi politici firmati da Termometro politico per analizzare il giudizio degli italiani su uno dei dossier più caldi degli ultimi giorni, ovvero il nuovo codice della strada che il governo sta varando. L’istituto ha chiesto agli intervistati un’analisi dell’irrigidimento previsto. Oltre il 70 per cento è d’accordo: per il 45,4 per cento le strade sono diventate più pericolose, è necessario mostrare soprattutto ai giovani che devono essere più responsabili, mentre per il 24,8 per cento è giusto anche se non crede che concretamente aumentare le sanzioni sortirà qualche effetto sul comportamento di chi guida. Il 27,7 per cento è invece contrario: per il 9,9 per cento si tratta solo di un modo per incassare più denaro attraverso l’applicazione di multe più alte, che probabilmente accompagneranno le nuove sanzioni, mentre per il 17,8 per cento si tratta di una mossa da Stato paternalistico che preferisce punire invece che prendersi la responsabilità di educare. Il restante 2,1 per cento ha preferito non rispondere al quesito.

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