Nonostante una vittoria netta alle Elezioni Politiche 2022, la probabile prossima premier Giorgia Meloni ha un indice di fiducia del 50% secondo i sondaggi politici. In particolare, la rilevazione settimanale realizzata da Termometro Politico tra il 4 e 6 ottobre evidenzia che il 51,8% degli intervistati non ha fiducia appunto nella leader di Fratelli d’Italia. D’altra parte, il partito della Meloni cresce nei consensi, infatti FdI è dato al primo posto al 26,6%. Resta staccato il Pd, che è a quasi otto punti da FdI: i dem sono in calo al 18,7%. Il Partito Democratico deve poi fare attenzione alla rimonta del MoVimento 5 Stelle che ora è al 16%.
Nei sondaggi politici si registra il sorpasso di Italia Viva e Azione, il cosiddetto Terzo Polo, ai danni di Forza Italia: 8% contro 7,9%. Davanti a loro però c’è la Lega, a cui è attribuito un 8,6%. A seguire Sinistra Italiana e Verdi al 3,8%, poi +Europa al 2,6%, quindi Italexit al 2,1%, Unione Popolare all’1,4%, Italia Sovrana all’1,3%, Noi Moderati e Vita entrambi allo 0,7%, infine Impegno Civico allo 0,3%.
SONDAGGI POLITICI: MINISTRI E CRISI ENERGETICA
I sondaggi politici si interrogano anche sulla composizione del nuovo governo. A tal proposito, la rilevazione di Termometro Politico mostra che a 4 italiani su 10 non importa se i ministri siano politici o tecnici, quel che conta è che siano adatti al ministero per il quale vengono scelti. Il 20% ritiene che debbano esserci solo politici, mentre il 27,9% sostiene che debbano esserci pochi tecnici ma in posti chiave. Bassa la percentuale di chi ritiene che il governo Meloni debba essere composto soprattutto da tecnici (3,1%) o addirittura un governo del tutto tecnico fatta eccezione per la premier (5,1%).
Nei sondaggi politici c’è anche riferimento alla crisi energetica ed economica. Un terzo degli italiani (36,1%) attribuisce alla speculazione internazionale il possibile aumento delle bollette, mentre il 17,3% ritiene che l’Ue non stia facendo nulla per frenare questi aumenti. Inoltre, l’11,1% incolpa le aziende energetiche che approfitterebbero della situazione per incrementare i propri profitti, il 14,8% alla Nato che starebbe prolungando la guerra per i suoi interessi, poi il 12,7% alla Russia e infine il 6,2% al governo italiano che non farebbe abbastanza per sostenere le famiglie.