Lo scenario politico che chiude l’anno registra una contrazione importante degli indicatori di valutazione dell’operato del governo e della premier Giorgia Meloni secondo gli ultimi sondaggi politici. Stando a quello Ipsos per il Corriere della Sera, l’indice di apprezzamento del governo scende dal 54 dell’anno scorso al 44 di oggi, mentre per la presidente del Consiglio cala dal 58 al 44, allineandosi quindi al dato che riguarda l’esecutivo. La contrazione registra le punte più alte tra i ceti produttivi, quindi tra i lavoratori. Infatti, scendono in media di quasi 20 punti gli indicatori della premier tra ceti dirigenti, lavoratori autonomi, impiegati, insegnanti e operai. Si tratta tra l’altro della fascia che più aveva espresso fiducia nella Meloni.



Le valutazioni sul governo scendono con punte decisamente più alte tra i lavoratori autonomi, per i quali il calo è poco più del doppio della media. C’è delusione, segnala Nando Pagnoncelli, da parte di chi pensava che il governo sarebbe stato capace di tenere la barra su temi economici, senza grandi deviazioni rispetto alla linea del governo Draghi, ma anche da parte di chi auspicava interventi favorevoli e di protezione, come ceti medio-bassi e lavoratori autonomi. I principali cali di valutazione si hanno tra coloro che non si collocano sull’asse sinistra/destra e tra i centristi. Nonostante tutto ciò, le ricadute sulle intenzioni di voto sono meno rilevanti.



SONDAGGI POLITICI: FDI CONTINUA A CRESCERE

Solo tre partiti registrano differenze apprezzabili rispetto alle elezioni politiche 2022, in un quadro nel quale indecisi e astensionisti comunque rappresentano il 42,2% dell’elettorato. Fratelli d’Italia cresce di oltre tre punti, arrivando all’attuale 29,3%; M5s cresce di 1,8 punti passando al 17,2%, mentre Forza Italia perde 1,3 punti, scendendo al 6,8%. Andrebbe aggiunto il Terzo polo che ora, sommando i voti di Azione e Italia Viva, secondo i sondaggi politici arriverebbe al 6,7%, perdendo 1,1 punti. Quindi, lo scossone nella maggioranza è in realtà un riequilibrio a favore di Fratelli d’Italia, che è ritenuto il più solido nell’alleanza di centrodestra.



Infatti, il sondaggio di Ipsos segnala che la crescita del partito di Giorgia Meloni è determinata in larga misura da elettori di Lega e Forza Italia, a cui si aggiunge un flusso dal Terzo polo. La tenuta del Pd è dovuta ad una maggiore fedeltà dei suoi elettori e da qualche recupero da Alleanza Verdi Sinistra e +Europa. In questo caso, i voti arrivano da ceti medi e medio-alti, pensioni, laureati e studenti. La crescita di M5s è dovuta ad una somma di piccoli flussi da diversi partiti. In questo caso il voto è più giovanile, tra chi non si colloca politicamente e tra fasce sociali basse. Il consenso maggiore è tra operai, disoccupati e inattivi. Dal punto di vista territoriale, è il primo partito per consensi potenziali nel Sud e nelle Isole.

SONDAGGI POLITICI: GLI ELETTORI “VOLATILI”

I sondaggi politici invitano a riflettere anche sul tema della volatilità elettorale. Il rischio “tradimenti” è consistente, infatti secondo la rilevazione Ipsos per il Corriere della Sera quasi due elettori di un partito su tre (62,1%) stanno valutando di votare per un’altra forza politica. Oltre il 70% degli elettori della Lega tiene in considerazione almeno un altro partito, ciò vale anche per poco meno di due terzi degli elettori di FdI, FI e Pd. Di fatto, solo M5s appare più “solido”, visto che meno della metà considera altre formazioni. Ma nel centrodestra gli elettori tengono in considerazione soprattutto i partiti che compongono la coalizione, gli elettori del Pd guardano nel campo della sinistra, a M5s e +Europa.

Invece, i pochi pentastellati che guardano ad altri partiti, puntano su Pd e sinistra. In conclusione, Nando Pagnoncelli segnala che governo e Meloni hanno difficoltà evidenti, con l’allontanamento di una parte importante dell’elettorato, ma non ci sono stravolgimenti nelle intenzioni di voto, come se la Meloni fosse l’unico ancoraggio della coalizione, visto che non si percepisce l’esistenza di un’alternativa praticabile. Pd sta recuperando, ma resta in linea alle ultime politiche, mentre M5s si distingue come partito degli “esclusi”, di ceti bassi e persone in difficoltà.