I nuovi sondaggi politici usciti ieri sera sul Tg La7 sempre ovviamente condotti da Swg sono passati ovviamente in secondo piano dopo l’annuncio del Premier Conte sull’ultimo Decreto che rende l’Italia intera una zona protetta di quarantena: la politica come abbiamo ripetuto e visto in questi giorni è direttamente se non quasi univocamente dedicata all’emergenza coronavirus, dal Governo fino alle opposizioni. Uniti, tutti, per fronteggiare il virus maledetto. Quel che è certo, osservando i dati elettorali in questo momento, è che i principali partiti “calano” in maniera generale e quasi identico: è normale in un momento in cui la politica non è certo il primo (e neanche il secondo o il terzo) pensiero degli italiani. I sondaggi Swg dicono che la Lega resta comunque il primo partito d’Italia con il 30,6% (-0,3%), seguita dal Pd che torna sotto il 20% (19,6%): non c’è ancora il sorpasso di Fratelli d’Italia al Movimento 5 Stelle ma nelle prossime settimane – una volta superata l’emergenza coronavirus – sono molti gli osservatori politici che prevedono nuovi passi da gambero dei grillini e la “freccia” già esposta di Giorgia Meloni. Ad oggi però i pentastellati restano al 12,4% mentre FdI sale al 12%: chiude la cerchia dei 5 grandi partiti, Forza Italia ancora a basso livello di consensi con il 5,5% su base nazionale.



SONDAGGI TECNÈ (6 MARZO): L’ALLARME DEL GOVERNO

Le intenzioni di voto prodotte con i sondaggi politici di Swg si concludono poi con il balzo in alto di Matteo Renzi al 3,5% (+0,3%), protagonista di un nuovo “patto” con il Centrodestra per nominare Bertolaso imminente commissario all’emergenza coronavirus: seguono poi Sinistra in aumento al 3,8%, Azione di Calenda al 2,9%, Verdi al 2,4%, +Europa al 2,3%, Cambiamo di Toti all’1,1%. Inevitabile poi però concedere attenzione, anche politica, ai giorni che stiamo passando: e allora utili entrano in scena i sondaggi condotti da Tecné per l’Agenzia Dire sia il 6 marzo che il 28 febbraio scorso. Alla domanda sul tipo di comunicazione del Governo se a fine del mese scorso l’emergenza Covid-19 era vista con toni troppo allarmistici nell’esecutivo Conte-2 dal 49%, oggi quel dato “scende” al 31% confermando come la sensazione di allarme generale sia non solo cresciuta ma anche motivata dai fatti. Ad oggi il 62% ritiene motivato l’allarme del Governo: diverso sarebbe però valutare il grado di comunicazione, qui in molti hanno avuto da ridire in merito alle due conferenze stampa (e passi precedenti) condotti dal Premier Conte per illustrare le misure che in 48 ore hanno cambiato le abitudini dell’Italia in maniera drastica. Nei prossimi giorni vi saranno sondaggi dedicati e lì si potrà osservare se anche l’elettorato sia rimasto disorientato come gli analisti politici o se invece vi sarà una diversa “ricezione” dell’allarme.

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