Andiamo ad analizzare gli ultimi dati riguardanti i sondaggi politici per le elezioni regionali che si terranno il mese prossimo in Emilia Romagna. Stand a quanto specificato dal Corriere della Sera, il candidato del centrosinistra, Stefano Bonaccini, appare leggermente in vantaggio rispetto a quello di centrodestra, Lucia Borgonzoni (Lega). A livello di numeri saremmo al 43.1% per il centrosinistra, contro il 42.8 per la coalizione formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Anche a livello di preferenze sui singoli, Bonaccini è avanti (44.2%) rispetto alla leghista (42.1). Importanti numeri anche per quanto riguarda l’operato dell’amministrazione regionale guidata dall’attuale governatore emiliano, che raccoglie il 73% dei voti positivi, ed inoltre, lo stesso Bonaccini “ruberebbe” dei voti al Pd e al Movimento 5 Stelle. La Lega rimane comunque la prima forza nella regione, con il 25.9% dei consensi, e i voti persi rispetto alle scorse europee andrebbero in particolare a Fratelli Italia (che cresce dal 4.7 al 10.1). (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SONDAGGI POLITICI: LEGA SEMPRE IL PRIMO PARTITO

Con la Manovra “incanalata” e con le liti nel Governo “rinviate” a gennaio – come detto ieri da Renzi in Senato – il prossimo step politico di rilievo sono le Elezioni Regionali in Calabria ed Emilia Romagna, ma per i sondaggi politici presentati ieri da Tecné a Quarta Repubblica un tema assai importante è osservare l’andamento per ora solo teorico della discesa in campo delle Sardine. Detto che il loro fondatore Santori ha ripetuto che nelle prossime elezioni non vi sarà una lista “sardina”, non ha neanche escluso la possibilità di un’azione politica nazionale per i prossimi mesi: con il Governo a nervi tesi costanti e con la legge elettorale che si appresta a divenire ancora più proporzionale, è interessante osservare cosa combinerebbero le Sardine ad oggi e soprattutto quanti voti toglierebbero ai singoli partiti. Il sondaggio andato in scena ieri sera nel programma di Nicola Porro vede Mattia Santori e le Sardine anti-Lega al 7,9% potenziale, con il Centrodestra che passerebbe dall’attuale 51,3% al 50,7% su scala nazionale. Perde e parecchio il Pd che con le Sardine in politica scenderebbero dal 18,9% al 16,1%, idem il M5s che dal 15,7% passerebbe al 13,1%; per il partito di Matteo Renzi invece la perdita di voti sarebbe minima, dal 3,9% al 3,7% per un’Italia Viva che non viene di fatto “toccata” dall’elettorato simpatizzante con le Sardine.



SONDAGGI SWG (16 DICEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO

Sondaggi politici di oggi, martedì 17 dicembre 2019, che non possono prescindere dal tradizionale appuntamento del lunedì sera con le rilevazioni SWG per il TgLa7 di Enrico Mentana. Il dato che balza subito all’occhio è certamente il boom di Giorgia Meloni, che con Fratelli d’Italia dopo il lieve calo della scorsa settimana torna a salire superando ampiamente la soglia psicologica del 10%. Ma facciamo un po’ d’ordine: chi sembra subire l’avanzata di Meloni è Matteo Salvini. La Lega è infatti in calo: dal 33% di sette giorni fa al 32,2%, con un meno 0,8% che denota una flessione importante. Non ne approfitta il Pd, che passa dal 18% della scorsa settimana al 17,5% dell’ultimo sondaggio, in perdita di mezzo punto. Timidi segnali di risveglio da parte del MoVimento 5 Stelle, passato dal 15,5% al 15,7%.



SONDAGGI POLITICI: BOOM MELONI

Dicevamo come il dato di maggiore impatto degli ultimi sondaggi politici SWG sia certamente il boom di Giorgia Meloni. Nel dettaglio Fratelli d’Italia passa dal 9,8% al 10,7%: un aumento dello 0,9% che fotografa alla perfezione il grande momento di popolarità dell’ex ministro del governo Berlusconi. A proposito del Cavaliere, anche Forza Italia sembra drenare voti ad una Lega ultimamente non in grande spolvero come nei mesi passati: gli azzurri guadagnano lo 0,4% in settimana, passando dal 5,3% al 5,7%. Deciso aumento anche da parte di Italia viva, che sfrutta forse la visibilità di Matteo Renzi dopo il discorso in Senato sulla Fondazione Open, e passa dal 4,6% al 5,1% (+ 0,5%). In crescita anche i movimenti ascrivibili a La Sinistra, passati dal 3,2% al 3,5%, mentre sembra già aver perso l’abbrivio iniziale “Azione” di Carlo Calenda, in calo di mezzo punto al 3%. Un decimale in più per i Verdi al 2,3%, mentre scende dello stesso valore +Europa portandosi dall’1,5% all’1,4%. Giù anche Cambiamo di Giovanni Toti: per lui l’1,0% in calo dello 0,2%.