Il vero problema per Salvini non è il Governo, non è il Pd e nemmeno M5s, Renzi o gli alleati di Centrodestra: per il 43% degli intervistati dai sondaggi politici Index per PiazzaPulita sono le “sardine” nate a Bologna ad essere il vero rischio per la vittoria sia alle Regionali in Emilia Romagna e Calabria sia per eventuali prossimi appuntamenti elettorali, magari anche nazionali. «Qual’è il nemico più pericoloso per Matteo Salvini», era la domanda posta dal sondaggio mostrato ieri davanti ad uno dei fondatori della “protesta-flash mob” di piazza, Mattia Sentori: ebbene, per il 43,6% delle risposte sono proprio le “sardine anti-Lega” ad essere il pericolo n.1 per Matteo Salvini. Decisamente meno allarmanti i dati sugli altri “nemici”, che al momento per l’appunto non impensieriscono il leader del Carroccio: 14,4% sul Pd, 12,2% su Italia Viva, il partito di Renzi, 10,9% per il M5s e solo l’8,4% per il Premier Giuseppe Conte.



YOUTREND (21 NOVEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO

Guardando tanto la Supermedia dei sondaggi politici di YouTrend-Quorum tanto le ultime intenzioni di voto apparse ieri sera con Emg Acqua ad Agorà, la situazione per i tre principali partiti nel Paese è alquanto particolare: la Lega è saldamente in testa, attorno al 33%, ma è data in calo dopo settimane di crescita a seguito del caso Segre e dei movimenti di protesta in piazza delle cosiddette “sardine”. Il Pd è in leggera crescita ma resta attorno se non poco sotto il 20%, con l’incapacità di crescere ulteriormente e con una leadership – di Zingaretti e Franceschini – che non convince appieno l’elettorato tanto da poter ritrovare i “fasti” della migliore era renziana. Poi il M5s, il vero partito in crisi, costretto ad un voto ieri su Rousseau per chiedere agli iscritti di partecipare o meno alle Regionali dopo che Di Maio e la dirigenza grillina spingeva per uno “stop” (e sono stati battuti invece dal voto online). Insomma, caos attorno ai partiti e caos attorno al Paese con i casi scottanti Mes, Ilva, maltempo e Alitalia che attanagliano il Governo e non fanno svoltare l’opposizione.



SONDAGGI EMG (21 NOVEMBRE): M5S IN EMILIA, FRENO A BONACCINI?

I dati dei sondaggi politici restano comunque positivi per il Centrodestra, almeno a livello numerico: nonostante il calo della Lega al 33,1%, FdI al 9,5% e Forza Italia al 7% sono entrambi in crescita e complessivamente il 50,4% è il dato che spaventa il Governo Conte-2 che invece insegue attardato al 42,9% con la compagine Pd-M5s-LeU-Iv. A livello di singoli, dem al 19,3% tiene ancora e guadagna qualche voto mentre il Movimento 5 Stelle perde nella supermedia di YouTrend della settimana (con la media dei principali istituti demoscopici di sondaggi, ndr) addirittura l’1,1% scendendo al 16,4%. Renzi al 5,1%, La Sinistra al 2,2%, +Europa all’1,8% e i Verdi all’1,7% sono le restanti intenzioni di voto aggiornate fino al 21 novembre scorso. Ieri sera è giunto il risultato definitivo del voto Rousseau sulla “pausa” o meno dalle Elezioni Regionali, con gli iscritti M5s che hanno obbligato i dirigenti a presentarsi, singolarmente, alle prossime tornate in Calabria e soprattutto in Emilia Romagna: Conte e Di Maio hanno detto che questo non sarà un problema né per il Governo – che torna ad essere diviso alle Elezioni Regionali – né per lo stesso candidato di Centrosinistra Bonaccini, eppure guardando gli ultimi sondaggi politici Emg Acqua qualche preoccupazione in casa 5Stelle e Pd potrebbe crescere. Alla domanda infatti se ai dem converrebbe avere il Movimento in alleanza civica alle prossime Regionali in Emilia Romagna, la risposta è una secca bocciatura. Il 59% degli elettori è convinto che sia dannoso il patto civico giallorosso già visto in Umbria e al Governo nazionale, mentre solo il 20% ritiene che Bonaccini debba aver bisogno dei voti grillini per poter vincere contro il Centrodestra della Borgonzoni. Con però un candidato in campo singolarmente in casa M5s, quei voti sono certamente più uno svantaggio per Bonaccini piuttosto che per il Centrodestra e per questo motivo in casa dem ieri non avranno festeggiato l’esito della votazione sulla piattaforma Rousseau.

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