Dopo le elezioni in Umbria è la Manovra, oltre al caso-Ilva a rappresentare i veri problemi per la tenuta del Governo Conte-2: nei sondaggi politici condotti da Piepoli per il programma di Rai 2 Povera Patria hanno provato a delineare un primo “polso della situazione” alla vigilia delle discussioni in Parlamento della Legge di Bilancio 2020 chiedendo all’elettorato intervistato se il Governo debba dimettersi in breve dopo la cocente sconfitta nelle Elezioni Regionali umbre. Ebbene per il 40% dei rispondenti Di Maio, Zingaretti, Renzi e Conte dovrebbero dire addio a questa legislatura e riportare il Paese alle urne, mentre il 52% ritiene che una sconfitta “locale” non dovrebbe comportare alcun effetto deflagrante del genere; insomma, secondo gli italiani, pur optando per l’impianto del Centrodestra nelle intenzioni di voto, non sarebbe questo il momento di andare alle urne proprio visto l’imminente Manovra e le prossime Regionali, molto più decisive a questo punto, in Emilia Romagna.



SONDAGGI IXÈ (5 NOVEMBRE): 59% A FAVORE DELLA COMMISSIONE SEGRE

Proseguendo nel rapporto Ixè sui sondaggi politici presentati a Cartabianca, stupisce un dettaglio che analizza uno dei temi più controversi della scorsa settimana politica: la Lega e l’intero Centrodestra volano nei sondaggi, ma non su tutti i temi l’elettorato “sposa” la linea di Salvini, Meloni e Berlusconi. È stato infatti chiesto agli elettori intervistati in merito alla Commissione Segre – la commissione in Senato nata per contrastare i fenomeni di intolleranza, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza – cosa ne pensassero dell’astensione di Lega, FdI e Forza Italia e quale scelte avrebbero posto loro se fossero stati dei senatori. Ebbene, il 59% avrebbe votato a favore della Commissione Segre a differenza di quanto scelto dall’intero Centrodestra in Senato: il 15% avrebbe votato contro, il 15% avrebbe invece seguito la linea di Salvini nell’astensione alla Commissione per il rischio di creare possibili nuovi reati di opinione. Scendendo nelle pieghe dei singoli partiti, ad esser favorevoli alla Commissione Segre risultano il 59% degli elettori M5s, il 94% di quelli Pd e il 44% dell’elettorato della Lega.



IXÈ (5 NOVEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO

Nei sondaggi politici emersi durante l’ultima puntata di Cartabianca ieri sera su Rai3, l’istituto Ixé ha sottolineato una tendenza leggermente diversa dagli altri istituti demoscopici nazionali: la Lega è in testa al 32% ma il Governo non è così in difficoltà come invece pare da altre analisi, almeno a livello di consenso elettorale. Per un Salvini saldamente al comando con il 32% delle preferenze, con un +1,1% in soli 7 giorni, è il Pd a dimostrarsi ancora in “palla” con il 20,1% dei consensi e lieve guadagno dello 0,6% rispetto agli stessi sondaggi politici di una settimana fa. Chi invece crolla è il Movimento 5 Stelle che dopo Manovra, caos Ilva e Regionali in Umbria si ritrova invischiato nel 17,9%, pessimo risultato contando che non riesce a risalire dopo la batosta delle Europee 2019. Perde l’1,3% in 7 giorni, mentre dietro le intenzioni di voto vedono salire ancora Fratelli d’Italia al 9,5% e Forza Italia che nonostante i diversi problemi interni recupera qualche decimale percentuale e si ricava un 7,8% di fiducia degli elettori.



SONDAGGI IXÈ (5 NOVEMBRE): LA FIDUCIA NEI LEADER

Stando ai sondaggi di Ixé è invece Renzi a pagare una netta sofferenza dopo il primo “boom” iniziale: Italia Viva arranca al 3,9%, con i voti che non riescono a rosicchiare al Pd ancora saldamente primo partito della coalizione di Centrosinistra. +Europa al 2,2%, la Sinistra all’1,9%, Europa Verde all’1,5% e Cambiamo di Giovanni Toti allo 0,9% chiudono invece i sondaggi politici stilati da Ixé; per quanto riguarda la singola fiducia nei leader politici, anche qui ad ergersi come grande protagonista, inattesa solo qualche mese fa, è Giorgia Meloni. Con il 33% delle preferenze, la leader di Fratelli d’Italia rappresenta la terza rappresentate della politica più stimata dagli elettori italiani: il 39% premia Giuseppe Conte (in calo), mentre meglio della Meloni fa anche Matteo Salvini al 36%. Dietro la leader sovranista troviamo Nicola Zingaretti del Pd al 27%, Luigi Di Maio del M5s al 25% e poi ancora Silvio Berlusconi al 21% e soprattutto Matteo Renzi che con il 14% non riesce ancora a tornare a risultare un leader “accettato” e “accettabile” con buona fiducia da parte degli italiani.