Tasse o non tasse, questo è il dilemma: nei sondaggi prodotti da Index nell’ultima puntata di Piazzapulita dello scorso 3 ottobre hanno indagato il “polso” dell’elettorato in merito all’aumento o meno delle imposte con la prossima Manovra di Bilancio del Governo giallorosso. Il 52,3% delle risposte è convinto, al netto delle promesse di Conte, Di Maio e Zingaretti che alla fine il Governo aumenterà le tasse, mentre solo il 39,6% tende a credere al progetto di Legge Finanziaria preparata da Gualtieri e i tecnici del Mef. In merito alla contemporanea intenzione di voto a livello di coalizione prodotta sempre dai sondaggi politici di Index, non può non incidere questo tema nella conseguente analisi sul Governo: la coalizione di Centrodestra (Lega, FdI e Forza Italia) viene data al 45,8%, mentre un’ipotetica alleanza alle urne tra Pd e M5s insegue al 41,7%. Gli scontri tra Renzi e la maggioranza del Governo restano però il vero “rebus” dell’intera maggioranza e su questo punto, come sulla Manovra, forse si gioca tanto del futuro del Conte-2 a Palazzo Chigi.



SONDAGGI EMG (3 OTTOBRE): CHI CONTA DI PIÙ NEL GOVERNO

Anche osservando i sondaggi politici lanciati da Emg sulla “leadership” interna al Governo, si può scorgere la crisi del M5s e in un certo qual modo anche quella del Pd: agli elettori intervistati è stato infatti chiesto chi conta di più nella maggioranza di Governo con il Premier Giuseppe Conte che ottiene il pieno di fiducia dal 49%, mentre Di Maio al 12% e Zingaretti al 6% vengono letteralmente non considerati come uomini “decisivi” per le sorti di questo Governo giallorosso. I leader di M5s e Pd vengono addirittura superato in termini di “peso specifico” nell’esecutivo da Matteo Renzi che col 20% sbaraglia il suo ex Segretario e l’acerrimo rivale grillino. Italia Viva non convince l’elettorato eppure la figura di Renzi ad oggi viene vista come il vero alter-ego al Premier Conte in seno alla maggioranza; in termini di fiducia generale nel Governo, positivi verso i giallorossi sono il 27% degli elettori, mentre il 51% è pronto a bocciare alle urne la strana alleanza giallorossa. (agg. di Niccolò Magnani)



EMG (3 OTTOBRE): LE INTENZIONI DI VOTO

È la Lega di Matteo Salvini, ancora una volta, il primo partito d’Italia secondo gli ultimi sondaggi politici condotti da Emg Acqua lo scorso 3 ottobre: i dati forniti dalle intenzioni di voto pubblicate dalla Rai identificano il Carroccio come il movimento “da battere” alla vigilia di un autunno che con tre Elezioni Regionali (Umbria, Calabria e Emilia Romagna) vedrà altrettanti “referendum” sul Governo Pd-M5s-LeU e contemporaneamente sullo stato di forma del Centrodestra sempre più a trazione “sovranista”. I risultati dei sondaggi Emg vedono infatti i due partiti “più in forma” proprio la Lega – 32,6% – e Fratelli d’Italia al 7,6% in costante crescita dopo l’ultimo mese. Non benissimo entrambi i partiti di maggioranza nel Governo Conte-bis: per il Pd, la scissione di Renzi pesa eccome e si situa al 19,7% in perdita dopo il 20,3% di inizio settembre. Non bene neanche il M5s che pur guadagnando in un mese arriva “solo” al 19%, distante anni luce dalla Lega di Salvini: la speranza per i “giallorossi” è una alleanza che si estenda anche alle Regionali in modo da competere e magari anche trionfare contro il Cdx.



SONDAGGI EMG ACQUA (3 OTTOBRE): VOTO AI 16ENNI, 70% CONTRO

Concludono le intenzioni di voto dei sondaggi politici Emg Acqua un Forza Italia che “tiene botta” al 7,4% e Italia Viva di Matteo Renzi che cresce (di poco) al 4,5% su scala nazionale: in fondo restano gli altri partiti di sinistra, a cominciare da +Europa al 2,2%, Europa Verde all’15%, Lista Calenda-Richetti all’1% e La Sinistra all’1,8%. Nelle ultime settimane si è discusso parecchio della proposta formulata da Enrico Letta di concedere al voto ai 16enni, sulla scia del movimento globale ambientalista al seguito della minorenne Greta Thunberg: ebbene, i sondaggi Emg hanno chiesto a diverse fasce d’età indicazioni in merito alla proposta del Governo giallorosso, trovando una risposta alquanto scettica sull’ipotesi di modifica costituzionale. Per gli elettori intervistati solo il 22% è pronto a responsabilizzare i 16enni concedendoli il voto, mentre il 71% ritiene che non siano pronti a quell’età; nella fascia 18-34 anni invece è addirittura solo il 10% a credere nei giovanissimi alle urne (84% a bocciarli). Tra i 35 e i 55 anni è il 220% a sostenere il voto per i 16enni (70% li boccia), mentre da ultimo i 55enni in su considerano sensata al 36% la proposta dell’ex Premier Pd, mentre il 60% non la condivide.