A disposizione nuovi dati sui sondaggi politici, con la rivelazione EMG del 27 giugno 2019 per Agorà su Rai 3 che aggiorna il quadro politico ad un mese dalle elezioni europee e, magari, in vista di un ritorno alle urne anticipato per le politiche. In lieve calo la Lega di Matteo Salvini: il Carroccio è al 34,6%, -0,4% rispetto sette giorni fa, un dato che resta comunque superiore a quello ottenuto lo scorso 26 maggio. Giù anche il Partito Democratico, che scende al 23,8%, e Fratelli d’Italia, al 6,7%. Torna a sorridere il Movimento 5 Stelle: il partito di Luigi Di Maio guadagna all’1,1% e si attesta al 19%. Buone notizie anche per Forza Italia: il partito di Silvio Berlusconi aggancia l’8,5%, mezzo punto percentuale in più rispetto alle rilevazioni del 20 giugno. Rispetto ai dati delle elezioni europee 2019, il partito che cresce di più è il M5s: i pentastellati hanno guadagnato l’1,9 per cento. Da segnalare un altro dato molto interessante: il Centrodestra unito torna al di sotto del 50 per cento, ma si conferma comunque come prima coalizione del Paese con il 49,8 per cento. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SCANDALO MAGISTRATI CSM AFFOSSA IL PD?

Nei sondaggi politici prodotti da Ipsos lo scorso 22 giugno, si è provato a far luce sullo scandalo magistrati che ha coinvolto il Csm nelle scorse settimane, con le inchieste su Palamara, Lotti e alcuni consiglieri giudici che avrebbero coordinato diverse riunioni per scegliere le nomine in alcune importanti Procure d’Italia. Nell’attesa che si capiscano meglio ruoli e reali responsabilità di questa complessa vicenda, il Partito Democratico ne è uscito certamente ridimensionato con i rapporti che Lotti ed Ermini stringevano sul fronte magistratura e la conseguenze presa di distanza della Segreteria Zingaretti dall’area “renziana”, con relativo strappo consumato nelle nomine della nuova Segreteria Nazionale. La parola agli elettori però, con la domanda «Per quanto ha potuto comprendere, questa inchiesta quanto potrà minare l’onorabilità e la credibilità della magistratura italiana?» posta nei sondaggi per provare a capire meglio se vi possa esser una impennata in negativo di fiducia nella classe di magistrati a stretto contatto con la politica. Il 61% si dice «molto turbato, si tratta di accuse gravi che delineano un sistema di corruzione e di complicità diffuse»; per il 17% invece l’inchiesta «sta svelando cose già in parte risapute, che coinvolgono solo qualche singolo magistrato». Effetti elettorali sul Pd li si vedranno nei prossimi mesi, eventualmente, specie nella frattura che potrebbe essersi generata forse permanente tra Zingaretti e Renzi.



TECNÈ (25 GIUGNO): LE INTENZIONI DI VOTO

Le intenzioni di voto contenute negli ultimi sondaggi politici espressi da Tecnè lo scorso 25 giugno mostrano di fatto che dalle Europee ad oggi non molto sembra variato se non la “doppia velocità” dei due partiti di Governo: la Lega di Matteo Salvini sale fino al 35,5% guadagnando un altro punto percentuale sulla già sorprendente prova elettorale delle Europee. Chi invece non si muove più è il Movimento 5 Stelle, dato dai sondaggi ancora fermo al 17% con la crisi interna fra Di Battista e Di Maio che infiamma ancora i pentastellati: se si andasse a Elezioni anticipate, il Partito Democratico risulterebbe ad oggi la seconda forza del Paese con il 23,4% dei consensi su base nazionale. Diversa invece la situazione del Centrodestra: con la Lega al top, soffre e non poco Forza Italia ormai confinata ad un ruolo secondario e con la crisi della leadership di Berlusconi: il 9,1% è in lieve aumento rispetto alle Europee ma rischia forte contro la crescita costante di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, ad oggi al 6,6%.



SONDAGGI TECNÈ (25 GIUGNO): LA PROCEDURA D’INFRAZIONE

Le forze di Governo restano comunque ben sopra il 50% e ottengono ancora dagli italiani elettori intervistati una fiducia tutto sommato intatta nonostante le problematiche e il forte rischio sull’economia dei prossimi mesi: i sondaggi politici di Tecnè hanno infatti tentato di approfondire proprio il tema della manovra e della probabile procedura d’infrazione per debito eccessivo che l’Unione Europea sarebbe pronta a comminare al Governo italiano se non verrà trovata una “quadra” sui conti pubblici nella prossima Legge di Bilancio. Ebbene, alla domanda «la procedura d’infrazione per deficit eccessivo va evitatata anche rinunciando ad alcuni provvedimenti?» il 59% sarebbe disposto a tagliare anche provvedimenti importanti (Flat Tax, Reddito di Cittadinanza, Quota 100 e quant’altro) piuttosto che beccarsi una maxi sanzione Ue che potrebbe bloccare l’economia italiana per mesi, forse anni. Il 25% invece non ha timore nella procedura e preferisce che il Governo Lega-M5s non rinunci a nulla e punti dritto a risolvere il Contratto in tutti i suoi punti.