Dopo aver analizzato i dati relativi alle imminenti elezioni regionali, accendiamo i riflettori sui sondaggi politici su base nazionale. Le rilevazioni di Demos & Pi per Repubblica offrono interessanti spunti: la Lega resta primo partito, ma deve fare i conti con l’ennesimo calo. Il partito di Matteo Salvini è dato al 24,5%, -0,7% rispetto a giugno e -2,1% rispetto ad aprile. Subito dietro c’è il Partito Democratico, che non se la passa meglio: dem al 20,7%, in calo dello 0,5%. Giù anche il Movimento 5 Stelle, che perde lo 0,6% e si attesta al 16,2%.



I sondaggi politici di Demos & Pi danno Fratelli d’Italia dietro al M5s, ma anche in questo caso il partito di Giorgia Meloni sembra vicino all’imminente sorpasso: FdI in crescita dell’1,1% rispetto alla precedente rilevazione, totale di 15,4%. Forza Italia arretra al 7,2% (-0,1), mentre tra i partiti secondari di Centrosinistra solo Italia Viva guadagna consensi: LeU e La Sinistra al 3,5% (-0,2%), IV di Matteo Renzi al 2,7% (+0,2), +Europa al 2,3% (-0,5%) e Azione di Carlo Calenda al 2,1% (-0,1%).



SONDAGGI POLITICI: GRADIMENTO LEADER E REFERENDUM TAGLIO PARLAMENTARI

Archiviati i sondaggi politici sulle intenzioni di voto degli italiani, passiamo ai dati sul gradimento dei leader. Balza subito all’occhio il netto calo del premier Giuseppe Conte: il giurista scende dal 65% al 60%. Subito dietro troviamo Luca Zaia al 54% (-2%) ed a sorpresa Mario Draghi: l’ex presidente della Bce è al53%.  Giorgia Meloni sale al 44% (+3%), mentre Vincenzo De Luca resta stabile al 43%. Paolo Gentiloni in calo al 41% (-2%), mentre recuperano terreno Roberto Speranza e Emma Bonino, entrambi al 40%. Matteo Salvini stabile al 39%, mentre Nicola Zingaretti e Silvio Berlusconi registrano un calo, entrambi sono al 33%. Chiudono la classifica Matteo Renzi (22%), Alessandro Di Battista (21%), Vito Crimi (18%) e Beppe Grillo (17%).



I sondaggi politici di Demos & Pi per Repubblica hanno poi fatto il punto della situazione in vista del referendum sul taglio dei parlamentari. Difficilmente assisteremo a clamorosi ribaltoni: l’82% degli intervistati è per il sì, solo il 18% voterà no. I più convinti sono sicuramente gli elettori del Movimento 5 Stelle, 91% per il sì, ma dati alti anche tra gli elettori di Lega (89%) e Fratelli d’Italia (86%). I più restii a votare sì sono gli elettori del Partito Democratico:il 32% è per il no.